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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
CRESCE IL PESO DEI CATTOLICI CHE VOTANO LA LEGA DI SALVINI
[La Repubblica, 8 giugno 2019]

Negli ultimi mesi, Matteo Salvini, leader della Lega (e del governo), ha esibito in più occasioni atteggiamenti e simboli religiosi. Ha baciato la corona del Rosario, invocato la Madonna. Mentre in alcune foto, sulle mensole di librerie, dietro a lui, si scorge un'icona di Gesù, sotto al santino di Putin e al cappellino di Trump. Accanto alla foto di Baresi e al berretto dei carabinieri. Le passioni del vice(?)premier. Che combinano sacro e profano. In modo apparentemente casuale. Perché, così, sacro e profano si contaminano reciprocamente. E non ci sorprenderebbe se, prossimamente, i personaggi religiosi venissero abbigliati con la maglietta rossonera e il berretto dei carabinieri. Salvini, d'altronde, è attento alla comunicazione. Assistito da uno staff di consulenti di grande competenza.

Così, non sorprende la combinazione di sacro e profano. Perché evoca sentimenti diversi. Espressi da pubblici diversi. In particolare: la domanda di sicurezza. Di rassicurazione. Ma anche di "fede". In fondo, come abbiamo sostenuto in altre occasioni, la maglia e la bandiera della squadra di football attraggono più di altri soggetti e ambienti. Politici, territoriali...religiosi. Generano "fedeltà". Cioè: "fede". Per questo Salvini li ostenta e li propone insieme. In "dis-ordine" apparentemente "casuale". Ma, a mio avviso, ben "organizzato". Perché "dialogano" con diversi pubblici. Con diversi settori di mercato elettorale. Altrettante componenti di un popolo "fedele". Animato dalla "fede".

D'altra parte, il collegamento fra religione e politica, in Italia, ha una storia lunga. Il partito che ha governato in Italia per quarant'anni si chiamava Democrazia "Cristiana". Appunto. Il suo simbolo era lo Scudo-Crociato. Dunque: la Croce. Un vero partito "nazionale". Ma radicato e forte, soprattutto, nel Nord Est. E nelle province del Nord. Territorio di piccole città e di piccole imprese. Dove ha (stra)vinto la Lega, alle Europee. Ma anche alle Politiche di un anno fa. La Pedemontania, assai più della Padania, è la vera patria originaria della Lega. Dagli anni Ottanta, il tempo delle Leghe regionaliste, per proseguire, nei decenni successivi, quando si è imposta la Lega Nord. la Lega Padana di Umberto Bossi e, in seguito, di Maroni. Fino alla crisi profonda dell'ultimo decennio, quando Matteo Salvini ha superato l'identità politica marcata dal territorio. Salvini: ha scavalcato il Po. Verso Sud. E oltre le Alpi. Ha incontrato Marine Le Pen. A destra. La sua Lega è "Nazionale". Non solo perché ha allargato il suo territorio all'Italia. Ma perché, guardando anzitutto alla Francia (poi agli altri partiti sovranisti dell'Europa post-sovietica) ha costruito una vera "Ligue Nationale". L'ho definita così nel 2014. Per assonanza, non solo lessicale, con il "Front (oggi Rassemblement) National". Guidato da Marine Le Pen.

Il richiamo alla religione, ai cattolici, dunque, appare un tentativo di radicarsi in un terreno dove le Leghe, che hanno preceduto la Lega di Salvini, sono sorte e cresciute. Sulle tracce della DC. La Lega di Salvini: è ripartita dal "Forza-leghismo" degli anni Novanta. Ma è andata molto oltre. Tuttavia, le radici sono importanti. Perché forniscono una base di valori. Fondata sulla tradizione. Così, nell'iconografia e nel discorso di Salvini sono apparsi la Madonna e Gesù. Al di là di valutazioni politiche e, prima ancora, etiche, già espresse dagli ambienti della Chiesa e del mondo cattolico, in modo talora aspro, questa scelta strategica e comunicativa ha prodotto effetti visibili.

Nel corso dell'ultimo anno, infatti, il peso elettorale della Lega presso l'elettorato "cattolico" è cresciuto notevolmente. Com'è avvenuto fra gli elettori nell'insieme. Ma in misura superiore. (Lo ha rilevato anche Nando Pagnoncelli).

Fra i praticanti assidui - che dichiarano di andare a messa regolarmente tutte le domeniche (o quasi) - alla vigilia delle ultime Europee, il 27% si diceva intenzionato a votare per la Lega di Salvini. Un dato di poco inferiore alla "media" del partito, che a due settimane dalla consultazione si fermava intorno al 32% (nel sondaggio di Demos per Repubblica). E sarebbe salito di due punti al momento del voto. Va, tuttavia, considerato che, poco più di un anno prima, alle Politiche 2018, solo i1 12% dei cattolici affermava di votare per la Lega, contro una media del 17%, tra gli elettori in generale. Il voto dei cattolici praticanti, dunque, nel corso degli ultimi mesi, appare cresciuto nell'elettorato leghista. Mentre, parallelamente, è diminuito tra gli elettori degli altri partiti principali. In particolare, fra quelli hanno ceduto maggiormente consensi verso la Lega: Forza Italia e Movimento 5 stelle. Per contro, il voto al PD alle Europee, tra i cattolici praticanti è sceso di poco rispetto alle Politiche: dal 26 al 24%. In una certa misura, si tratta di un allineamento demografico, visto che la base del PD, come quella dei cattolici praticanti, appare sempre più anziana. Il peso di FI, fra i cattolici, invece, è calato sensibilmente: dal 17 al 12%. Ma il M5s è "caduto": dal 28 al 17%. (Un partito, peraltro, particolarmente penalizzato dal voto europeo).

Tuttavia, fra gli italiani, leghisti e no, solo il 20% ritiene "importante" l'insegnamento della Chiesa, sul piano etico e personale. La maggioranza (relativa: il 41%) lo valuta "utile". Ma poi "ciascuno si deve poi regolare secondo coscienza". Tutti gli altri lo guardano con distacco. La Chiesa, dunque, oggi più di ieri, fornisce un sistema di riferimenti. Un retro-terra. Che i cittadini utilizzano "a modo loro". Secondo una logica "bricolage". Coerente con questi tempi di "voto liquido". Veicolato dai leader, più che dai partiti. L'altro ieri, Berlusconi. Ieri, Renzi. Oggi, Salvini. Domani: chissà.

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