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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST FAVOREVOLE AL SALRIO MINIMO (11 EURO L'ORA)

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL SALARIO MINIMO? NORD EST SICURO: SOPRA 9 EURO ALL'ORA
[di Natascia Porcellato]

L'estate 2023 è stata segnata dalla battaglia delle opposizioni riunite sotto il segno del Salario minimo. La proposta, che individua in 9 euro la retribuzione oraria minima, a fine agosto aveva raccolto, secondo le dichiarazioni dei promotori, oltre 300.000 firme. Ma qual è la giusta soglia di retribuzione minima? I rispondenti di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento la individuano, mediamente, in 11 euro e 60 centesimi. Ma guardando più nel dettaglio, vediamo che secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, il 31% indica in massimo 9 euro all'ora la soglia di salario minimo, il 28% individua in 10 euro e il 28% ritiene corretta la corresponsione di almeno 11 euro. Piuttosto ampia, però, la quota di intervistati che non si esprimono (13%).

Come si caratterizzano dal punto di vista sociale queste posizioni? L'idea che il salario minimo debba essere di massimo 9 euro all'ora tende ad essere più presente tra gli under-25 (36%), le persone di età centrale (38%) e coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni (34%). Dal punto di vista socioprofessionale, questa soglia sembra essere maggiormente indicata da impiegati (39%), liberi professionisti e pensionati (entrambi 34%). La soglia dei 10 euro, invece, è più popolare tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni (41%), insieme a disoccupati (39%) e studenti (41%), imprenditori e lavoratori autonomi (34%). Infine, quanti ipotizzano una retribuzione oraria superiore a 11 euro hanno in misura maggiore un'età compresa tra i 25 e i 54 anni, con delle percentuali che oscillano tra il 34 e il 41%. Professionalmente, invece, ritroviamo una presenza superiore alla media di operai (35%) e liberi professionisti (31%), imprenditori e lavoratori autonomi (43%). Interessante, inoltre, è vedere come siano soprattutto gli intervistati tra i 55 e i 64 anni (19%) a non esprimersi, anche se è tra gli over-65 che questa componente raggiunge il livello più elevato (33%).

Osserviamo, infine, l'influenza della politica: quale orientamento esprimono i diversi elettorati? Tra chi voterebbe per il M5s appare piuttosto ampia (43%) la quota che contiene nei 9 euro la soglia di salario minimo. Coloro che guardano al Pd, invece, tendono a mostrare una presenza superiore alla media sia di chi vorrebbe la soglia fissata al massimo a 9 euro (38%), sia di chi la pone ai 10 euro (33%). Anche gli elettori di Forza Italia sembrano preferire la soglia dei 9 euro (35%), ma tra di loro tende a farsi più rilevante la percentuale di chi non si esprime (16%). I sostenitori di FdI, invece, si dividono tra chi individua il limite minimo a 9 euro (33%), chi ai 10 euro (26%) e chi agli 11 euro o più (20%), anche se il vero tratto caratterizzante sembra essere l'alta quota di reticenti (21%). All'opposto, gli elettori della Lega sembrano avere le idee molto più chiare: uno su due (50%) sostiene sia giusto un salario minimo pari o superiore a 11 euro all'ora.

Ci sono due espressioni che mancano, per precisare l'analisi fatta finora, e sono: al netto di tasse e contributi, ed è da riferire ai valori espressi dall'opinione pubblica nordestina; al lordo di tasse e contributi, ed è relativa alla proposta Pd-M5s. E così, la distanza tra palazzo e realtà: si fa voragine.


NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e l'8 settembre 2023 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 4331), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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