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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST: AL FUTURO DEI GIOVANI NON PENSANO GLI ADULTI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL FUTURO DEI GIOVANI NON È NEI PENSIERI DEGLI ADULTI
[di Natascia Porcellato]

"Oggi gli adulti si preoccupano del futuro dei giovani molto meno di un tempo": secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, più di 4 intervistati su 10 (42%) si dichiarano moltissimo o molto d'accordo con questa affermazione. Ma com'è cambiato nel corso del tempo l'orientamento dell'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento? Guardando alla serie storica, emergono elementi interessanti: nel 1998, era il 28% a condividere l'idea che gli adulti fossero meno proiettati a pensare al futuro delle prossime generazioni. Nel 2002, però, registriamo un leggero aumento (31%), tendenza che si farà via via più insistente nel decennio: 38% nel 2007, 44% due anni più tardi, 47% nel 2011. Non sfugge la concomitanza con la crisi economico-finanziaria iniziata a fine 2007 negli Stati Uniti con il fallimento di Lehman Brothers, crisi che ha dispiegato i suoi effetti nel nostro Paese a partire dal 2008, con una diffusa sensazione di "perdita di presente e futuro" ben rappresentata dalle tensioni sociali di quegli anni. Nel 2016 sembra rientrare questa sensazione, ma solo in parte: l'idea che il futuro dei giovani non sia tra le priorità degli adulti si ferma al 42%, valore sostanzialmente confermato nell'ultima rilevazione.

Trasversale appare la condivisione registrate tra uomini (44%) e donne (40%), e allo stesso modo anche il titolo di studio non sembra disegnare distinguo rilevanti tra chi ha conseguito la licenza elementare (44%) o media (41%) e quanti sono in possesso di un diploma o una laurea (42%).

Maggiori elementi emergono considerando l'influenza della classe d'età. In questo caso, desta maggiore attenzione (e preoccupazione) che siano soprattutto i giovani con meno di 25 anni (51%) e quelli che hanno tra i 25 e i 34 anni (46%), insieme alle persone di età centrale (35-44 anni, 45%), ad essere più convinti che gli adulti non si preoccupino più dei giovani come un tempo. Intorno alla media dell'area, poi, si collocano quanti hanno tra i 45 e i 54 anni (41%) e gli anziani (40%), mentre è tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni che il valore raggiunge il suo valore minimo (37%).

Coerentemente con quanto osservato per età, poi, sono gli studenti (52%), insieme agli operai (51%), a mostrare il maggiore (e maggioritario) accordo rispetto all'idea che gli adulti si preoccupino del futuro delle nuove generazioni meno di un tempo. Intorno alla media dell'area, invece, si raccolgono impiegati (43%) e pensionati (41%). Più lontani da questo valore, infine, ritroviamo casalinghe (38%), disoccupati (37%) e liberi professionisti, anche se l'assenso minimo proviene da imprenditori e lavoratori autonomi (21%).

"Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società": così Sergio Mattarella ha sferzato i giovani nel suo ultimo discorso di fine anno. E mentre il Parlamento cerca in questi giorni il suo successore, la riflessione sul rapporto tra giovani e adulti appare tutt'altro che chiusa, anche a Nord Est.



NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 23 e il 27 novembre 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 6687), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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