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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL DIALETTO VENETO DEV'ESSERE TUTELATO COME LINGUA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL DIALETTO VENETO VA TUTELATO. «È UNA VERA E PROPRIA LINGUA»
[di Natascia Porcellato]

"Il veneto è una vera e propria lingua e andrebbe riconosciuta e tutelata come il sardo, il ladino, il friulano, eccetera"? Sì, sembra essere la risposta dei veneti intervistati da {italicDemos per l'{italicOsservatorio sul Nord Est: oggi, è il 63% a dichiararsi d'accordo con questa affermazione. Se guardiamo al 2019, possiamo vedere come l'incremento sia piuttosto marcato. Due anni fa, infatti, era il 54% a sostenere questa posizione: la crescita è quindi pari a 9 punti percentuali.

Alle parole venete ha dedicato due opere lo scrittore Paolo Malaguti, recente finalista al Premio Campiello 2021: sono il "Sillabario veneto" e il "Nuovo sillabario veneto". I sottotitoli - rispettivamente "Viaggio sentimentale tra le parole venete" e "Alla ricerca dei veneti perduti" - richiamano due aspetti che attraversano entrambi i testi: le emozioni e la nostalgia. Insieme, costituiscono una geografa di parole venete rare o perdute che rimandano a un mondo che si fa sempre più lontano proprio perché non pronunciato, e quindi non tramandato.
Sarà da questo senso di perdita che parte il (largo, 63%) sostegno dei veneti all'idea che il loro dialetto debba essere considerato una vera e propria lingua e quindi tutelato al pari delle altre minoranze già riconosciute dalla Costituzione italiana.

Ma come si configura dal punto di vista sociale il sostegno a questa idea? Analizzando l'influenza dell'età, osserviamo che in tutte le classi questo orientamento è maggioritario: arriva al 53% tra i giovani e si attesta poco lontano (51%) tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni. La percentuale di accordo con l'idea che il veneto debba essere riconosciuto e tutelato come lingua sale tra le persone di età centrale (66%), anche se tocca la quota più ampia tra gli adulti tra i 44 e i 64 anni (67-69%). Intorno alla media dell'area (63%), invece, il consenso riservato dagli anziani.

Anche considerando il titolo di studio ritroviamo indicazioni interessanti: l'idea che il veneto sia una lingua da difendere è presente soprattutto tra chi ha un livello di istruzione basso (71%) o medio (68%), ma supera la maggioranza assoluta (55%) anche tra coloro che hanno conseguito un diploma o una laurea.
Vediamo, infine, l'influenza della politica. Il sostegno più ampio all'idea che il veneto sia una vera e propria lingua viene dagli elettori della Lega (80%): d'altra parte, in questo territorio, il partito di Salvini affonda le proprie radici nella rivendicazione territoriale autonomista e identitaria della Liga Veneta. Intorno alla media dell'area, invece, è il sostegno proveniente da chi voterebbe per il M5s (63%) e da FdI (62%), mentre più lontani da questa soglia si fermano coloro che guardano al Pd (42%) o Forza Italia (46%).

Il veneto è un "parlar porét, da poreti, ma s'cèt", come poeticamente racconta Andrea Zanzotto in "Filò". Forse, per questo, parlare italiano qui è un po' nascondersi; forse, per questo, il dialetto oggi ha bisogno di essere reso lingua. Per difendere la schiettezza che ha dentro. E tornare così a far vivere il mondo che si porta dentro. Che è tutt'altro che povero.



NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 1 e il 4 settembre 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1000 persone (rifiuti/sostituzioni: 2118), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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