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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST PESSIMISTA SUL DOPO COVID

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NOI, PEGGIORATI DALL'EPIDEMIA. ALLA FINE UN'ITALIA PIÙ BRUTTA
[di Natascia Porcellato]

"Dopo la guerra c'era una voglia di ballare che faceva luce": così Francesco Guccini raccontava, in un'intervista a Propaganda Live, il sentimento del Paese nel 1945. E oggi? Con che spirito il Paese si pensa e si guarda mentre combatte la sua guerra contro il virus? Secondo i dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, prevale una visione negativa: la maggioranza ritiene che la pandemia ci abbia peggiorato (58%) e che alla fine quello che resterà sarà un Paese peggiore (44%) di com'era.

Esattamente 14 mesi: da quel 21 febbraio 2020 -la data della scoperta dei primi casi di Covid-19 a Codogno e Vò- sono passati esattamente 14 mesi. I primi li abbiamo passati rinchiusi in casa a cercare di capire cosa stesse accadendo, finché non siamo arrivati alle quattro regole d'oro: mascherina, distanziamento sociale, igienizzazione delle mani, nessun assembramento. Il tepore dell'estate che si affacciava ci ha poi aperto a una nuova vita, fatta sì di protocolli e limitazioni per la convivenza con il virus, ma anche di una ritrovata socialità.
L'illusione che fosse tutto più o meno passato ha tenuto fino a settembre. Da ottobre, infatti, il contagio è ripartito più violento che mai, ed ecco spuntare, a fianco del sistema a zone, che ha ciclicamente colorato di rosso, arancione, giallo o bianco le Regioni, il coprifuoco, per tutti, dalle 22 alle 5. Ora che i numeri dei contagi sembrano scendere, il Presidente Draghi ha anticipato alcune aperture già dal 26 aprile.

In attesa che possano essere ulteriormente attenuate le altre misure, primo tra tutti proprio il coprifuoco, la domanda è: come ci ha cambiato tutto questo? Secondo i nordestini, in peggio: la pensa in questo modo il 58% degli intervistati, e il valore sale fino a raggiungere l'81% tra le persone di età centrale (35-44 anni). Il 29%, invece, ritiene non sia cambiato nulla, ma il valore raggiunge il 33-34% tra gli under-35 e il 36% tra gli adulti (55-64 anni). I più ottimisti, che ritengono la pandemia migliorerà, sono il 14%, ma la loro incidenza sale solo tra gli over-65 (24%).

E alla fine di questa esperienza, che ci sta provando sotto ogni punto di vista -economico, psicologico, sociale- l'Italia che posto sarà? Tra i nordestini prevale un certo pessimismo: a pensare che questa esperienza lascerà il Paese migliore di com'era è il 18%, mentre per il 38% non cambierà nulla; la maggioranza (relativa, 44%), però, pensa che alla fine sarà un posto peggiore.

Per certi versi preoccupante è come queste opinioni si caratterizzano dal punto di vista anagrafico. L'idea che alla fine di questa esperienza l'Italia sarà un posto migliore o uguale tende a crescere tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni (complessivamente, 66%) e tra gli over-65 (81%).

La maggioranza dei più giovani e quanti hanno un'età centrale, al contrario, pensano che la pandemia lascerà dietro di sé un Paese peggiore di com'era (51-69%). E questo inquieta perché sono proprio loro quelli che dovrebbero preservare quella "voglia di ballare che fa luce", per la fine.


NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 3 e il 6 febbraio 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1007 persone (rifiuti/sostituzioni: 4115), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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