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OSSERVATORIO SUL NORD EST - COSA RIMPIANGIAMO DI PRIMA DEL COVID?

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
COVID, COSA CI MANCA DI PIÙ? I VIAGGI, I CONTATTI E GLI AMICI
[di Natascia Porcellato]

Aristotele, già nel IV secolo A.C., osservava che l'uomo è un "animale sociale", inabile a un'esistenza isolata dagli altri. Così, nel 2021, la lotta contro la pandemia è tanto difficile proprio perché la sua efficacia dipende dalla lotta contro il nostro istinto più primordiale: stare vicini ai nostri simili. E mentre la speranza è riposta in una campagna vaccinale che stenta a decollare, il rimpianto per la vita prima del Covid si fa forte. Ma quali sono le cose di cui sentiamo maggiormente la mancanza? Secondo le analisi di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, sono tre i fattori che suscitano maggiore nostalgia nei nordestini, ognuno con il 20% delle risposte: viaggiare, il contatto fisico con le altre persone, incontrare liberamente gli amici. Segue, a breve distanza, la visita senza limiti ai parenti (16%), mentre più distaccati appaiono la partecipazione ad eventi -popolari, culturali o sociali- (9%), andare al bar o al ristorante la sera (8%) e la frequentazione di palestre e piscine (5%).

Possiamo tracciare un profilo per le diverse cose di cui si ha nostalgia? Vediamo come si caratterizzano in base all'età e alla categoria socioprofessionale.
Viaggiare è un'esperienza che manca in misura maggiore a giovani (25-28%) e coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni (26%), insieme a disoccupati (35%), impiegati (30%) e lavoratori autonomi (24%). Il contatto fisico con le persone, poi, è la cosa per cui provano più nostalgia gli under-25 (28%), i pensionati e gli studenti (entrambi 24%). Il rimpianto di poter incontrare liberamente gli amici, invece, tende a crescere soprattutto tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (25%), oltre che tra studenti (34%) e liberi professionisti (27%). La mancanza delle visite senza limitazioni ai parenti, d'altra parte, si fa più consistente tra adulti e anziani (entrambi 24%), insieme a casalinghe (28%) e disoccupati (24%). La nostalgia per gli eventi pubblici, sociali, culturali o popolari, appare piuttosto trasversale, mentre quella per le serate al bar o ristorante la sera cresce tra i giovani (25-34 anni, 12%) e tra gli imprenditori (23%). Infine, la malinconia per gli allenamenti in palestra o piscina aumenta soprattutto tra le persone di età centrale (11%) e i lavoratori autonomi (9%).

Eppure, in fin dei conti, si tratta di cose piuttosto banali, prima del 2020, momenti di quotidianità a cui non prestare particolare attenzione: visitare un posto nuovo, abbracciare e baciare qualcuno, uscire a cena con altre persone, andare in piscina. Da oltre un anno, invece: comportamenti proibiti.

In estrema sintesi, potremmo dire che la pandemia ci ha costretto alla vita con noi stessi. E la scoperta che abbiamo fatto è che la vita con noi stessi, senza altri occhi di fronte, è molto più dura di quanto potessimo immaginare. Perché, come scriveva Calvino nelle Cosmicomiche, "in fondo a ognuno di quegli occhi abitavo io, ossia abitava un altro me, una delle immagini di me". E ora sappiamo quanto siano necessarie e insostituibili.


NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 3 e il 6 febbraio 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1007 persone (rifiuti/sostituzioni: 4115), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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