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OSSERVATORIO SUL NORD EST - OMOSESSUALITÀ: CULTURA O GENETICA? IL NORD EST PROPENDE PER LA SECONDA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CONVINTI SEI SU DIECI: OMOSESSUALI SI NASCE
[di Natascia Porcellato]

Mentre il dibattito intorno all'omosessualità sembra essersi un po' stemperato, quello che rimane ancora oggi piuttosto attuale sembra essere l'interrogativo intorno alla natura dell'orientamento sessuale. Secondo i dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, il 57% degli intervistati pensa che sia un tratto innato, con il quale si nasce, mentre il 31% ritiene sia qualcosa che si sviluppa attraverso l'ambiente, le esperienze, le persone che si frequentano. Piuttosto ampia, inoltre, la quota di persone che sono reticenti e non si esprimono (12%).

Guardando alla serie storica, possiamo vedere come i valori rilevati oggi siano del tutto simili a quelli già registrati nel 2006. Oggi come allora, il 57% considera l'omosessualità un fattore innato (ma nel 2015 la percentuale era scesa al 52%). Oggi come allora, circa tre nordestini su dieci pensano sia un tratto che si sviluppa a partire dall'ambiente e dalle esperienze (ma nel 2015 il valore era salito intorno al 37%). Oggi come allora, la percentuale di reticenti al quesito supera il 10%.

L'omosessualità, dunque, rimane un tema che suscita perplessità in una parte dell'opinione pubblica, ma la netta maggioranza riconosce la sua componente innata, più che appresa.

Vediamo come cambiano le opinioni in base all'età. Dal punto di vista anagrafico, tra i più giovani prevale l'idea che l'omosessualità sia un comportamento che si sviluppa attraverso l'ambiente. La pensa in questo modo la maggioranza assoluta degli under-25 (62%) e quella relativa di coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (46%). Nelle classi d'età centrali, invece, si fa più consistente la quota di coloro che sostengono che l'omosessualità sia un tratto innato. La percentuale infatti raggiunge il 60% tra le persone tra i 35 e i 44 anni, e il 65% tra gli adulti (45-64 anni). Il valore tende a portarsi intorno alla media dell'area tra gli anziani con oltre 65 anni di età (59%), ma tra di loro tende al contempo a crescere la percentuale di reticenti (21%).

Consideriamo, infine, l'influenza della dimensione religiosa. La frequenza alla Messa, infatti, sembra essere ancora oggi uno degli elementi che più aiuta a comprendere come si orienta l'opinione pubblica nordestina. Tra i non praticanti, l'idea che l'omosessualità sia innata raggiunge il 64%, mentre è il 29% a pensare che si sviluppi nell'ambiente che si frequenta, mentre la quota di persone che non rispondono si ferma al 7%. Anche tra chi va a Messa saltuariamente la netta maggioranza (59%) pensa che essere gay sia un tratto innato, ma l'idea che sia un comportamento che si sviluppa a partire da esperienze e conoscenze riguarda il 30%, e coloro che non si esprimono sono il 12%. Tra chi frequenta i riti religiosi con assiduità, invece, è poco meno del 50% a pensare che l'omosessualità sia una caratteristica innata (49%). In questa componente, infatti, tendono a crescere sia la quota di chi attribuisce maggior peso al percorso di vita (35%) sia quella dei reticenti (17%).



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 9 e il 14 settembre 2019 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 6579), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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