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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LE PREVISIONI METEREOLOGICHE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
METEO PIÙ CONSULTATO, MA IL 23% È DIFFIDENTE
[di Natascia Porcellato]

"Tempo, femane e paroni no se ghe comanda", ma anche "Rosso de sera, bel tempo se spera". La saggezza popolare, se da una parte avvisa che il meteo resta una variabile scarsamente controllabile, dall'altra cerca di scrutarne i segni. Guardato alla televisione o ascoltato via radio; consultato su siti specializzati o visto di sfuggita tra un post e l'altro, il nuovo oracolo contemporaneo sembra essere proprio il servizio meteo. Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, il 77% dei nordestini considera le previsioni del tempo molto o abbastanza affidabili (-5 punti percentuali rispetto al 2013), mentre la quota di sospettosi è limitata al 23%.

Se l'interesse verso il meteo appare un tratto costante delle società, ad essere cambiata è la ragione prevalente di tanta attenzione. Fino a non molti anni fa, il cielo era scrutato soprattutto dagli agricoltori per organizzare il lavoro nei campi. Oggi, le previsioni del tempo vengono consultate (anche) da turisti e vacanzieri. Il 43% dei nordestini, infatti, ammette che queste influenzano le proprie decisioni riguardanti fine settimana di vacanza, gite o viaggi (+6 punti percentuali rispetto al 2013). Comprensibile, quindi, il sospetto con cui albergatori e ristoratori guardano alle stesse previsioni meteo che, quando negative, spesso si traducono in cancellazioni di prenotazioni. L'ultima polemica in proposito risale a un paio di mesi fa ed è stata sollevata dagli albergatori di Jesolo: l'annunciata pioggia non è arrivata, ma le cancellazioni preventive sì, e questo ha fatto infuriare associazioni di categoria e amministratori.

Ma chi si fa più influenzare dalle previsioni meteo? Sono soprattutto coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (65%) a fare dei piani volubili alle bizze del tempo, ma una certa flessibilità se la riserva anche la maggioranza degli under-25 (57%) e di quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (51%). Meno ampia, invece, la disponibilità delle altre classi d'età a legare i propri programmi al meteo. Tra i 45 e 54 anni, infatti, coloro che si fanno influenzare si attestano intorno alla media dell'area (41%), scendono ulteriormente tra le persone adulte (55-64 anni, 36%), anche se il valore più basso viene raggiunto tra quanti hanno oltre 65 anni (23%). Guardando al livello di istruzione, invece, osserviamo come siano soprattutto diplomati e laureati a farsi maggiormente influenzare dalle previsioni del tempo (54%). Chi è in possesso della licenza media, invece, tende a mantenere un distacco maggiore dal meteo (34%), mentre quanti hanno un basso livello di istruzione non si discostano molto dalla media dell'area (44%).

Interessante, però, è analizzare la relazione tra l'affidabilità riconosciuta alle previsioni del tempo e l'influenza di queste ultime sulle proprie decisioni: tra coloro che le considerano molto o abbastanza affidabili, il 43% si fa influenzare; tra chi le ritiene poco o per niente affidabili, il 45% si fa influenzare. D'altra parte, "Tempo, femane e paroni...".



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 4-6 giugno 2018 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 9492), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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