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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA SCUOLA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
TUTTI I MALI DELLA SCUOLA: POCHI SOLDI E MOLTO ISOLATA.
[di Natascia Porcellato]

Quali sono i principali problemi della scuola italiana? La mancanza di fondi per la didattica, innanzitutto (23%), seguita dallo scarso collegamento con il mondo del lavoro (19%) e dalla bassa qualità degli insegnanti (14%). Queste sono le prime indicazioni che emergono dai dati elaborati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. A poca distanza, poi, ritroviamo, sostanzialmente appaiate, (13%) la mancanza di sostegni economici per famiglie più povere e la violenza negli istituti, mentre si ferma qualche punto percentuale più indietro l'inadeguatezza o arretratezza dei programmi ministeriali (11%).

Benjamin Franklin sosteneva che "un investimento in conoscenza paga sempre il massimo interesse": affermazione tanto semplice quanto vera, dato che ogni ricerca economica mette in luce un rapporto stretto tra sviluppo, crescita e istruzione. Eppure, la scuola italiana presenta alcune criticità irrisolte: dalle modalità di formazione e reclutamento degli insegnanti alle numerose tipologie di orario, dalla disponibilità di fondi per la messa a norma degli edifici per arrivare alle novità che spuntano di anno in anno, come quella recente dell'obbligo vaccinale per la frequenza alle lezioni: non sembra esserci pace per il mondo dell'istruzione italiana.

Nel frattempo, anche quest'anno le scuole hanno riaperto i battenti e l'Osservatorio sul Nord Est ha cercato di individuare quali siano i principali punti critici secondo l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento: sulla questione, però, i nordestini si mostrano piuttosto divisi.

Il 23% individua nella mancanza di risorse per la didattica il problema su cui è più urgente intervenire. Più sensibili rispetto al tema delle risorse sembrano essere i giovani con meno di 24 anni (32%) e le persone di età centrale (45-54 anni, 33%), oltre a coloro che sono in possesso di un livello di istruzione medio o alto (27%). Dal punto di vista socio-professionale, a concentrarsi sulla carenza di fondi per la didattica sono in misura maggiore proprio gli studenti (39%), oltre a liberi professionisti (32%) e impiegati (28%), lavoratori atipici e casalinghe (entrambi 31%).

Il secondo problema che emerge da questa indagine è lo scarso collegamento tra scuola e mondo del lavoro (19%). Sono in misura maggiore coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni (28%), oltre agli adulti (55-64 anni, 26%) e a quanti hanno conseguito un diploma o una laurea (26%), a puntare il dito sul difficile legame tra formazione e lavoro. Le professioni che mostrano maggiore sensibilità per questo tipo di criticità invece sono i funzionari (28%) e i liberi professionisti (27%).

Il gradino più basso di questo poco invidiabile podio dei problemi, invece, ospita la scarsa qualità degli insegnanti (14%). La percezione che sia necessario lavorare sulla qualità della classe docente cresce in misura maggiore tra i giovani con meno di 35 (18-20%), tra gli studenti (20%) e i lavoratori atipici (25%).

"Medaglia di legno" a pari merito, infine, per la mancanza di sostegno economico alle famiglie povere e la violenza negli istituti (entrambe 13%). La questione del sostegno allo studio viene posta soprattutto dagli under-25 e dagli over-65 (entrambi 17%), oltre che dalle persone in possesso di un basso livello di istruzione (29%). Se guardiamo alle professioni, possiamo osservare una certa attenzione alla questione da parte di imprenditori (31%) e disoccupati (25%), pensionati (18%) e lavoratori atipici (17%). Il bullismo, invece, preoccupa soprattutto gli adulti (55-64 anni, 21%), oltre alle casalinghe (19%) e ai pensionati (17%).


NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 4-7 settembre 2017 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1024 persone (rifiuti/sostituzioni: 5091), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.06% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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