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OSSERVATORIO SUL NORD EST - L'OCCUPAZIONE CONTINUA A PREOCCUPARE IL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
OCCUPAZIONE, A NORD EST RESTA LA PRIMA EMERGENZA
[di Natascia Porcellato]

Disoccupazione ancora in primo piano in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento. L'indicazione, chiara, emerge dalle analisi di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est pubblicate oggi sul Gazzettino. Secondo la maggioranza relativa dei rispondenti, infatti, l'emergenza è ancora la mancanza di lavoro (44%). Conseguentemente, le altre questioni risultano meno pressanti: riduzione delle tasse e miglioramento della qualità dei servizi socio-sanitari raccolgono rispettivamente il 14 e il 12% delle indicazioni, mentre il costo della vita si ferma al 9%. Appaiate nelle indicazioni sono due questioni che spesso vengono associate tra di loro dai media: immigrazione e criminalità comune raccolgono entrambe il 7%. Chiudono il deterioramento ambientale (6%) e la viabilità (2%).

La settimana scorsa hanno destato grande interesse i dati del "Rapporto Italiani nel Mondo 2016" della Fondazione Migrantes. Oltre 100mila connazionali sono espatriati nel 2015 (+6% rispetto all'anno precedente) e di questi oltre uno su tre (37%) ha un'età compresa tra i 18 e i 34 anni e uno su quattro (26%) ha tra i 35 e i 49 anni. Sono soprattutto i giovani ad andarsene, dunque. E le partenze sono più numerose dal Nord: se consideriamo congiutamente i valori di Lombardia (20.088), Veneto (10.374) e Friuli-Venezia Giulia (4.130), vediamo che raggiungono oltre un terzo dei trasferimenti nazionali. Il problema dell'occupazione, dunque, appare quantomai attuale e scottante: se è vero che una parte dei trasferimenti è legato a ragioni di studio o alla volontà di fare un'esperienza all'estero limitata nel tempo, è altrettanto evidente che le difficoltà nel trovare un impiego stabile e ben remunerato è una motivazione forte per i giovani per partire.

Così, non stupisce che nel Nord Est, la terra laburista per eccellenza, il primo problema sia proprio la mancanza di lavoro e su questo ci focalizzeremo nell'analisi. Guardando alla serie storica, possiamo vedere come questa emergenza sia esplosa a partire dal 2009. Tra il 2003 e il 2008, infatti, era una quota variabile tra il 10 e il 17% a indicare la disoccupazione come priorità per la propria regione. Dal 2009, invece, l'esplodere della crisi mondiale ha reso evidenti i suoi effetti sul territorio e così è aumentato l'allarme dell'opinione pubblica che ha indirizzato il 30% delle indicazioni proprio sulla disoccupazione. Registriamo poi il 46% delle preferenze nel 2010, il 37% nel 2011, il 44% nel 2012, fino al massimo del 53% del 2013. L'anno successivo il valore si stabilizza al 52%, ma nel 2015, pur mantenendo un'allerta molto alta sul lavoro, inizia una lenta discesa (49%) che si fa più sensibile quest'anno (44%).

Quali settori sociali appaiono più reattive al tema della mancanza di lavoro? Sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 34 anni (48%) e gli adulti tra i 55 e i 64 anni (50%) a puntare la propria attenzione su questo, ma il tema raccoglie la maggioranza relativa in tutte le classi considerate. Guardando alle professioni, invece, emerge come siano soprattutto gli imprenditori e i lavoratori autonomi a indicare nella disoccupazione la priorità (62%), oltre che le casalinghe (50%) e, comprensibilmente, i disoccupati (58%). Dal punto di vista politico, infine, questo tema appare trasversale alle principali formazioni: tra gli elettori del Lega e Movimento 5 Stelle si registra il valore più ampio (46%), seguito da quello indicato dai sostenitori di Forza Italia (45%) e del Pd (41%). Tra chi guarda ai partiti minori la quota si attesta intorno al 43%, mentre nell'area grigia dell'incertezza e della reticenza si ferma intorno al 44%.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 settembre 2016 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 10914), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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