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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E IL LAVORO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, CROLLA IL FASCINO DEL LAVORO AUTONOMO
[di Natascia Porcellato]

Se potesse scegliere un lavoro per sé o per i propri figli, quale preferirebbe? Questa è la domanda attorno a cui ruota l'Osservatorio sul Nord Est pubblicato oggi sul Gazzettino. Secondo le elaborazioni di Demos, il 28% dei rispondenti sceglierebbe un lavoro alle dipendenze di un ente pubblico. Se guardiamo al settore privato, viene privilegiato il lavoro in una grande azienda (22%) piuttosto che in una piccola (12%). Considerando quanti preferirebbero operare in proprio (20%) e chi guarda invece alla libera professione (18%), vediamo che nel complesso l'attività autonoma è indicata da 4 nordestini su 10.

Secondo i dati pubblicati nelle settimane scorse da Unioncamere-Infocamere, il Nord Est appare caratterizzato da tendenze contrastanti. Infatti, in Veneto e Trentino-Alto Adige il saldo tra iscrizioni e cessazioni d'impresa appare positivo e i tassi di crescita registrati nel 2014 si rinforzano ulteriormente nel 2015 (in Veneto dal 0.08% al 0.31%; in Trentino-Alto Adige dal 0.65% al 0.82%). Più in difficoltà appare il Friuli-Venezia Giulia: nel 2015, il saldo tra iscrizioni e cessazioni è negativo; e anche il tasso di crescita, per quanto mostri una leggera inversione di tendenza (da -1.02% del 2014 al -0.26% del 2015), resta nello stesso terreno. Perché guardiamo con tanto interesse all'andamento delle imprese? Perché lavoro e imprenditorialità sono i due tratti che hanno maggiormente segnato l'identità del Nord Est. È ancora così?

Guardando i dati presentati oggi, sembra di scorgere un mutamento. Considerando complessivamente le preferenze espresse per il lavoro in proprio e da libero professionista, è il 38% dei nordestini a preferire il lavoro autonomo. Se guardiamo al passato, osserviamo una costante perdita di appeal. Nel 2000 era il 55% dei rispondenti ad aspirare al lavoro autonomo: ben 17 punti percentuali in meno. Questa modalità di lavoro è preferita da giovani (25-34 anni, 43%), adulti (45-64 anni, 46%) e dagli over-65 (43%). Professionalmente, possiamo vedere che imprenditori (44%) e liberi professionisti (51%) confermano la propria scelta di vita, affiancati da operai e studenti (entrambi 42%). Guardando al genere, invece, emerge chiaramente una preferenza degli uomini (42%) rispetto alle donne (34%), anche se tra le studentesse la percentuale sale al 43%.

Il lavoro dipendente, invece, viene prediletto da poco più di un nordestino su tre (34%), con un trend di crescita di 10 punti percentuali rispetto al 2000. In questo caso, sono gli anziani (39%) e i lavoratori autonomi (40%) a indicare in misura maggiore questo tipo di lavoro. Se consideriamo congiuntamente genere e condizione professionale, vediamo che sono disoccupate (47%) e pensionate (49%) a preferire un lavoro dipendente, mentre tra gli uomini l'apprezzamento aumenta tra lavoratori (38%) e studenti (43%).

Infine, consideriamo il lavoro pubblico: essere dipendenti dello Stato è un auspicio del 28% dei nordestini e in questo caso l'aumento è di 7 punti percentuali in 16 anni. A mostrarsi maggiormente sensibili a questa modalità di impiego sono gli adulti (55-64 anni, 44%) e i disoccupati (33%). Guardando al genere, è importante osservare che l'opzione pubblica è guardata con più interesse dalle donne (31%), e il valore tende a crescere tra studentesse (40%) e disoccupate (35%). Da parte maschile emerge maggiore distacco (24%), ma in questo caso l'attrazione verso l'impiego pubblico si fa più marcata tra disoccupati (32%) e pensionati (31%).

NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 18-20 aprile 2016 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1001 persone (rifiuti/sostituzioni: 8023), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.09%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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