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OSSERVATORIO SUL NORD EST - METÀ DEL NORD EST TEME ATTENTATI ISLAMISTI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
ESTREMISTI ISLAMICI, UNA MINORANZA, MA MEZZO NORD EST TEME ATTENTATI
[di Natascia Porcellato]

A poco più di un mese dai fatti di Parigi, dopo gli attentati ai luoghi di un normale "venerdì sera europeo" e la "caccia all'uomo" per tutto il Vecchio Continente che è seguita, l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino interroga i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento sulla percezione dell'Islam e sulla probabilità che ci siano attentati terroristici anche nella nostra Penisola nei prossimi mesi.

Secondo i dati elaborati da Demos, il 9% degli intervistati giudica l'Islam una religione che spinge i suoi fedeli alla violenza. Oltre 8 nordestini su dieci (84%, la stragrande maggioranza) pensano che siano solo alcuni gruppi estremisti a incitare i musulmani alla violenza. Piuttosto consistente, poi, la quota di intervistati che non si esprimono sul quesito (7%). Rispetto al 2006, possiamo osservare una diminuzione di chi è convinto sia l'Islam a istigare alla violenza e di quanti non si esprimono (entrambi: -5 punti percentuali). Ad essere aumentata, invece, è la quota di intervistati consapevoli che sono solo alcuni gruppi a spingere i fedeli alla violenza (+10 punti percentuali).

Come si caratterizza l'idea che siano solo alcuni estremisti ad incitare i fedeli alla violenza? Innanzitutto rileviamo come la percentuale non scenda mai sotto il 60%: è quindi un orientamento ampiamente maggioritario in tutti i settori sociali considerati. Dal punto di vista anagrafico, questa posizione arriva a coinvolgere la quasi totalità dei giovani under-25 (91%), delle persone di età centrale (35-44 anni, 90%) e tra gli adulti (55-64 anni, 88%). Guardando alla formazione, poi, osserviamo come la quota tenda ad aumentare tra chi è in possesso di un livello di istruzione medio (87%) o alto (88%), per quanto questa convinzione coinvolga comunque il 73% di chi è in possesso della licenza elementare. Anche politicamente osserviamo un consenso trasversale rispetto alla necessità di considerare limitata ad alcuni estremisti dell'Islam la tendenza alla violenza: tra gli elettori del Pd raggiunge il 90% e tra quelli del M5s il 91%. Questa posizione, poi, si mantiene intorno alla media dell'area tra gli elettori dei partiti minori (86%) e chi mostra reticenza (82%), ma anche tra i sostenitori di Forza Italia e Lega Nord la percentuale è ampiamente al di sopra della maggioranza assoluta (77%).

L'idea che l'Islam non sia una religione violenta in sé, ma che contiene estremisti violenti, appare diffusa nell'opinione pubblica. Quanto è presente, però, l'idea che possano esserci attenti terroristici in Italia? Il 44% ritiene poco o per niente probabile questa eventualità, mentre la convinzione che ci saranno attentati terroristici nel nostro Paese nei prossimi mesi arriva a interessare il 50% dei nordestini (-5 punti percentuali rispetto al 2003).
I timori più diffusi sono rintracciabili tra i giovani under-25 (64%) e tra quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (54%), oltre che tra gli adulti tra i 55 e i 64 anni (59%). Guardando alla formazione, invece, vediamo che sono soprattutto i possessori di licenza media (58%) a prevedere in futuro attentati nella Penisola, ma anche tra chi ha un diploma o una laurea il dato supera (di poco) la soglia del 50%. Politicamente, infine, il timore riguarda in misura maggiore gli elettori della Lega Nord (67%), di Forza Italia (62%) e dei partiti minori (56%), mentre rimane intorno alla media dell'area tra quanti si collocano nell'area grigia dell'incertezza (51%). Sotto la media, ma tutt'altro che trascurabili, sono i timori che provengono dai sostenitori del M5s (41%) o del Pd (37%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 novembre-2 dicembre 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6865), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07 %). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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