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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST FAVOREVOLE ALLA CITTADINANZA AI FIGLI DEGLI IMMIGRATI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORD EST: ITALIANO CHI NASCE QUI ANCHE SE I GENITORI SONO STRANIERI
[di Natascia Porcellato]

Chi è italiano? Basta essere nati in Italia oppure è necessario che siano italiani i genitori? Secondo le persone intervistate da Demos per Il Gazzettino, è la prima ipotesi quella più accreditata: 8 nordestini su 10, infatti, si dichiarano favorevoli a concedere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia. Al contrario, è il 18% ad opporsi a questa idea.
Veneto, Friuli-Venezia Giulia e la provincia di Trento sono tra le regioni italiane che hanno accolto il maggior numero di immigrati nel corso del tempo. La diffusione sul territorio e l'integrazione, come segnalato dai passati rapporti Cnel, avevano funzionato qui meglio che altrove. Tuttavia, l'ultimo studio disponibile (IX Rapporto Indici di integrazione degli immigrati in Italia, 2013) sembra mostrare dei segnali di crisi per il modello di integrazione nordestino. Emerge, infatti, una diminuzione della capacità integrativa passata (il Veneto è sceso dal 4° al 13° posto negli ultimi due rapporti; il Trentino-Alto Adige dal 6° al 9°; il Friuli-Venezia Giulia dal 1° al 4°). La crisi economica, dunque, sembra aver contagiato anche la capacità di integrazione sociale dei migranti, che d'altra parte in questo territorio passava largamente per l'inserimento lavorativo.

La società nordestina, però, ha mostrato di saper, voler e poter fare propri questi nuovi cittadini. Tanto che, a dispetto di una legislazione ferma al 1992, quindi precedente all'ondata migratoria che ha caratterizzato i decenni successivi, l'80% degli intervistati ritiene corretto considerare italiani i figli di immigrati nati in Italia, indipendentemente dall'origine dei genitori. La percentuale è maggiore rispetto anche a quanto registrato nel complesso della Penisola, dove l'adesione a questo orientamento, per quanto elevata, si ferma al 75%.

Analizzando i diversi settori sociali degli intervistati, il dato che colpisce è l'ampiezza dell'adesione e la sua trasversalità: il consenso, infatti, non scende mai sotto la soglia del 60%.

Se guardiamo al fattore generazionale, possiamo osservare che i più aperti sembrano essere i giovani under-25 (86%) e gli anziani con oltre 65 anni (84%). Le perplessità maggiori sono rintracciabili tra coloro che hanno tra i 25 e i 44 anni (75-76%), mentre sostanzialmente in linea con la media dell'area appaiono le classi d'età più mature (45-64 anni, 79-80%).

Dal punto di vista territoriale, poi, il fattore che più colpisce è proprio la condivisione dell'orientamento. I rispondenti di Friuli-Venezia Giulia (80%), Veneto (80%) e nella provincia autonoma di Trento (79%) sembrano convergere largamente e in misura del tutto similare sull'idea di attribuire la nazionalità italiana ai figli di immigrati nati in questo Paese.

Anche nell'analisi dell'istruzione, il dato interessante è la trasversalità. Tra quanti sono in possesso di una licenza elementare, l'appoggio all'idea di concedere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia raccoglie il 77%. Il dato sale all'80% tra quanti hanno conseguito la licenza media e si ferma all'82% tra chi ha un diploma o una laurea.

È il fattore politico quello che disegna i maggiori distinguo in tema di cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. Il consenso più ampio è rintracciabile tra gli elettori del Pd (90%). Intorno alla media dell'area, invece, è l'appoggio che proviene dai sostenitori della Lega (77%) e da quanti sono incerti o reticenti (82%). Il sostegno sembra contrarsi in modo più sensibile tra quanti voterebbero per i partiti minori (72%) e il Mov. 5 Stelle (74%, a conferma della natura trasversale del consenso che lo investe), anche se il valore più basso è rintracciabile tra gli elettori di Forza Italia (61%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 6-8 luglio 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1015 persone (rifiuti/sostituzioni: 8794), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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