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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST RITIENE CHE PER I GIOVANI CHE VOGLIONO FAR CARRIERA SIA MEGLIO L'ESTERO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
ALL'ESTERO PER FARE CARRIERA, IL NORD EST DÀ MENO SPERANZE
[di Natascia Porcellato]

Una carriera per i giovani? Meglio andare a cercarla all'estero. Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, il 63% degli intervistati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento si dichiara moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "per i giovani di oggi che vogliono fare carriera l'unica speranza è andare all'estero". Guardando al passato, possiamo constatare una netta crescita di consensi intorno a questa posizione: rispetto al 2008, l'incremento è di 23 punti percentuali.

L'emigrazione è uno dei tratti che più caratterizzano la storia del Nord Est. Veneto, Friuli-Venezia Giulia e la provincia di Trento, infatti, contano un'importante e consolidata tradizione di espatriati. Gli ultimi 7 anni, caratterizzati da crisi economica e mercato del lavoro in affanno, hanno fatto dimenticare il tempo dello sviluppo impetuoso e della piena occupazione e hanno riportato al centro la possibilità, o quantomeno l'ipotesi, di andarsene. Simbolicamente, sembrano concentrarsi in questa prospettiva passato, presente e futuro. Del passato viene ripreso il tratto migratorio di queste terre; del presente si riflette la crisi economica e lavorativa; per il futuro, però, sembra non trovare spazio una maggiore fiducia, ma al contrario si afferma con forza una cronica assenza di speranza rispetto ai giovani e alla loro condizione di crescita e sviluppo professionale.

Il 63% di intervistati, infatti, pensa che per i giovani di oggi che vogliono crescere professionalmente l'unica chance sia fare le valigie e cambiare Paese. La quota, inoltre, è aumentata in modo costante nel corso degli anni. Tra il 2008 e il 2009 è il 40% a mostrare accordo con questa prospettiva. Nel 2010 la percentuale sale al 46% e raggiunge il 49% nell'anno successivo. È nel 2012, però, che viene infranta la soglia della maggioranza assoluta e la percentuale di intervistati che condivide l'idea che per fare carriera bisogna andare all'estero raggiunge il 58%. Tale quota viene confermata nel 2013 (59%), ma cresce ulteriormente, superando il 60%, nel 2014 (61%) e nel 2015 (63%).

Chi pensa alla partenza come unico viatico per avere una carriera? Questa posizione raccoglie consensi soprattutto nella fascia centrale della popolazione, quella che dovrebbe costituire la principale ossatura della forza lavoro del Paese. Così, la fuga all'estero appare l'unica speranza al 77% di quanti hanno tra i 25 e i 34 anni, al 72% di coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni e al 67% delle persone di età compresa tra i 45 e i 54 anni. Rileviamo comunque, che anche tra i giovani under-25 e tra gli anziani over-65 le percentuali si mantengono ampiamente sopra il 50% (58-59%).

Considerando, invece, le percezioni delle professioni, emerge che sono soprattutto disoccupati (87%), operai (73%) e liberi professionisti (70%) a guardare all'estero per il futuro lavorativo dei giovani. Anche negli altri settori, però, le percentuali si mantengono al di sopra della soglia della maggioranza assoluta: gli orientamenti di impiegati (59%) e pensionati (53%), studenti (62%) e casalinghe (63%), infatti, confermano l'ampiezza e la trasversalità della diffusione di quest'idea. Curiosamente, infine, anche la maggioranza (57%) di imprenditori e lavoratori autonomi -coloro che teoricamente decidono su assunzioni ed evoluzione delle carriere- suggerisce l'espatrio per i giovani professionalmente ambiziosi.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 maggio 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1008 persone (rifiuti/sostituzioni: 6473), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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