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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST È SPACCATO SULL'INTERVENTO MILITARE IN LIBIA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
LIBIA, IL NORD EST SI DIVIDE SULL'INTERVENTO MILITARE
[di Natascia Porcellato]

Nord Est diviso sull'ipotesi di intervenire in Libia: sembra essere questa l'indicazione principale che emerge dai dati presentati oggi da Demos all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. Il 49% degli intervistati si dichiara contrario ad un'azione militare dei Paesi Occidentali in terra libica. Al contrario, quanti sono favorevoli all'intervento e all'invio di truppe italiane sono il 26%, mentre il 14% appoggia l'ipotesi, ma senza l'impiego di soldati italiani: nel complesso, dunque, il favore all'intervento militare coinvolge 4 nordestini su 10. Piuttosto consistente la quota di intervistati che non sa esprimersi sulla questione: sono il 10% del campione.

Per l'Italia, la Libia non è un paese come gli altri: la Libia è stata, per tutta la prima parte del `900, una terra di conquista, ha rappresentato il sogno coloniale italiano che si è spento nel secondo Dopoguerra. Oggi, invece, la Libia è prima di tutto una delle coste (se non "la" costa) dalla quale partono i barconi di migranti diretti verso il sud Italia. Ed è sempre dalla Libia che l'Isis ha lanciato le minacce più inquietanti relativamente ad attentati terroristici ai danni dell'Europa, in generale, e dell'Italia, in particolare.
In un contesto come questo, è giusto immaginare un intervento armato? L'opinione pubblica appare molto divisa, anche se la maggioranza relativa dei nordestini risponde negativamente. Il 49%, infatti, giudica inopportuna l'idea di attuare questo tipo di azione per contrastare i terroristi, mentre il 40% si dichiara a favore. Poco più di uno su dieci, poi, non si esprime.

Quali sono i settori sociali in cui prevale la contrarietà? In quali è osservabile maggior sostegno? Se consideriamo il genere, vediamo che gli uomini appaiono decisamente più interventisti (52%), mentre la maggioranza delle donne si schierano contro l'intervento armato (52%).

Guardando all'età, invece, possiamo scorgere un giudizio più critico sull'ipotesi dell'azione militare tra i giovani (25-34 anni, 55%), le persone adulte (55-64 anni, 57%) e gli anziani (55%). L'idea che sia giusto intervenire militarmente in Libia, invece, supera la soglia della maggioranza assoluta tra gli under-25 (51%), ma raggiunge percentuali superiori alla media anche tra le persone di età centrale (35-44 anni, 45%).

Politicamente, è tra gli elettori di Sel (66%), del Movimento 5 Stelle (61%) e della Lega Nord (55%) che la contrarietà all'intervento si fa maggioritaria. Il sostegno più ampio, invece, arriva da quanti voterebbero per un partito minore (58%).

Dopo aver analizzato il complesso dei favorevoli, consideriamo più nello specifico quanti, oltre a sostenere la necessità di inviare i soldati, si dichiarano favorevoli all'invio di forze militari tricolori. È poco più di un nordestino su quattro (26%) ad essere su questa posizione e mostrano un profilo piuttosto definito. Sono soprattutto uomini (38%) e hanno un'età inferiore ai 44 anni (31-33%, con la punta massima del 37% tra gli under-25). Politicamente, infine, sono soprattutto gli elettori di Forza Italia (33%), Lega Nord (32%) e dei partiti minori (42%) che vedono con maggior favore un intervento militare anche italiano in Libia.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 2-4 marzo 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 6573), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.09%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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