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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST CONTINUA A CHIEDERE LAVORI UTILI IN CAMBIO DI AIUTI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CRISI, SÌ AGLI AIUTI AI BISOGNOSI MA IN CAMBIO DI LAVORI UTILI
[di Natascia Porcellato]

La comunità che aiuta deve essere aiutata: potremmo sintetizzare così i dati presentati oggi da Demos all'interno dell'{italicOsservatorio sul Nord Est. L'86%, infatti, ritiene giusto che una persona bisognosa, se adulta e in buona salute, ricambi gli aiuti che vengono dal Comune con lavori di pubblica utilità. Al contrario, invece, è il 14% a pensare che chi ha bisogno vada aiutato senza chiedere nulla in cambio. Rispetto all'anno scorso, ritroviamo delle tendenze sostanzialmente confermate.

Il periodo di crisi che si protrae ormai dal 2008 ha portato ad un aumento della disoccupazione con conseguenti maggiori richieste di aiuto a comuni, province e regioni. Escludendo anziani e bambini, fasce deboli e da tutelare a prescindere, perché se i richiedenti sono adulti e in buona salute dovrebbero in qualche modo "ripagare" la comunità che li sta aiutando? Almeno per due ragioni. Perché in questo modo la comunità rende più difficile ai suoi membri in difficoltà di cadere sotto la soglia di povertà, impedendo che una criticità temporanea diventi una condizione di non ritorno. Ma anche perché, attraverso il lavoro per il bene comune si rinsalda il patto sociale con la collettività e si nobilita il denaro che si sta ricevendo.

Visto da questo punto di vista, non stupisce che l'86% degli intervistati ritenga giusto chiedere ai beneficiari di contributi comunali dei lavori di pubblica utilità (+2 punti percentuali rispetto al 2014). Ad opporsi, invece, è il 14% (-2 punti percentuali in 12 mesi).

Il favore rispetto all'impegno civile in cambio di aiuto appare non solo ampio, ma anche trasversale. Tra le diverse classi d'età, la percentuale non scende mai sotto l'81%, anche se è tra gli adulti (45-54 anni) e gli anziani (oltre 65 anni) che raggiunge la quota massima del 90%. Al contrario, quanti ritengono che i contributi dovrebbero essere erogati senza chiedere nulla sono relativamente più presenti tra i giovani (25-34 anni) e quanti hanno tra i 55 e i 64 anni (entrambi: 19%).

Anche guardando al livello di istruzione emerge chiaramente come l'orientamento che lega lavoro e contributi sia comune tra quanti sono in possesso di un basso (88%), medio (87%) oppure alto titolo di studio (83%).
Dal punto di vista socio-professionale, invece, vediamo come la quota di persone che vorrebbero dei cittadini che lavorano in cambio dei contributi sia presente soprattutto tra imprenditori e lavoratori autonomi (96%), mentre è tra gli studenti che è più presente la percentuale di chi ritiene che la comunità non deve chiedere nulla in cambio degli aiuti (22%). Anche in questo caso, quindi, il favore è diffuso e unisce settori e professioni anche molto diverse.

Infine, consideriamo l'orientamento politico. È tra gli elettori di Indipendenza Veneta o di altri partiti più piccoli che la percentuale di persone che vorrebbero erogare i contributi in cambio di lavoro raggiunge la quota più ampia (rispettivamente: 92% e 90%). Al contrario, è tra i sostenitori del Nuovo Centro Destra (19%), di Forza Italia (21%) e di Sinistra Ecologia e Libertà (25%) che si raggiunge la quota più consistente di favorevoli all'erogazione incondizionata di contributi comunali.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 12-14 gennaio 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 7304), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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