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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST, LA CRISI TAGLIA IL RISPARMIO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CONGIUNTURA, PER IL NORD EST LA CRISI DURERÀ ANCORA DUE ANNI
[di Natascia Porcellato]

Risparmi sempre più difficili e fine della crisi sempre più lontana. Sembrano essere queste le principali indicazioni che emergono dai dati elaborati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. Oltre 3 intervistati su 4 (76%), infatti, pensano che il momento di difficoltà economica attuale si concluderà tra più di due anni, mentre il 10% si attende che finisca nei prossimi ventiquattro mesi e il 9% entro un anno. Uno degli effetti più evidenti della crisi è la difficoltà nel risparmio: nell'ultimo anno, solo il 13% è riuscito a mettere soldi da parte, mentre la maggioranza (55%) ha solo tirato avanti. Un nordestino su tre, invece, o è stato costretto ad intaccare quanto accantonato in precedenza (23%) o è ricorso a prestiti (10%).

La crisi iniziata ormai 6 anni fa continua a mordere il Paese, e le regioni del Nord Est non fanno eccezione. Anche in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento, infatti, il momento di difficoltà è chiaramente percepibile e plasticamente rappresentato dai numerosi capannoni vuoti. Il pessimismo rispetto a una conclusione a breve della situazione, tuttavia, oggi emerge in modo netto anche dall'opinione pubblica.

La coscienza che questa sarebbe stata una crisi lunga, d'altra parte, non è stata sempre presente, ma è maturata nel tempo. Nel 2009, infatti, la maggioranza relativa, il 38%, riteneva che le difficoltà si sarebbero risolte entro un anno: oggi è il 9%. Più che raddoppiati, invece, quanti pensano che la crisi finirà tra più di due anni, passati dal 33% di cinque anni fa all'attuale 76%. Questo orientamento, poi, supera l'80%, tra giovani e persone di età centrale (25-44 anni), oltre che tra operai, impiegati, imprenditori e disoccupati. Il segno più evidente della diffusione e della trasversalità di questo sentimento, però, è dato dal fatto che in tutte le categorie considerate la percentuale è ampiamente sopra il 60%.

Durata e durezza della crisi, poi, hanno messo in discussione una delle pratiche più virtuose delle famiglie nordestine: il risparmio. Tra il 2004 e oggi, la quota di persone che nell'ultimo anno sono riuscite a mettere da parte dei soldi è scesa dal 21 al 13%. Sono stati in misura maggiore gli under-35, impiegati e studenti ad aver conservato una capacità di risparmio. Negli ultimi 10 anni, invece, sono aumentati dal 52 al 55% coloro che hanno solo tirato avanti. In questo caso, sono soprattutto le persone di età centrale (45-54 anni) e gli anziani over-65 a dichiarare di essere in questa condizione. Dal punto di vista socio-professionale, ritroviamo una presenza superiore alla media di operai, impiegati, casalinghe e pensionati.

Vediamo, poi, coloro che si sono trovati più in difficoltà e sono stati costretti a fare ricorso alle riserve accantonate negli anni precedenti: in dieci anni la percentuale è salita dal 19 al 23%. In questo caso, troviamo una presenza superiore alla media di giovani, liberi professionisti, studenti, disoccupati, imprenditori e lavoratori autonomi. Tra questi ultimi, la quota supera la soglia della maggioranza assoluta, mentre tra i liberi professionisti raggiunge il 41%.
Infine, consideriamo quanti hanno dovuto ricorrere a prestiti e/o hanno speso sia i soldi dei propri risparmi che quelli derivanti da prestiti: sono il 10%, quota sostanzialmente stabile rispetto al 2004. A trovarsi oggi in questa condizione sono in misura maggiore giovani (25-34 anni) e adulti (55-64 anni), mentre dal punto di vista professionale sono operai e disoccupati a mostrare le sofferenze più diffuse.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 14-16 ottobre 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1024 persone (rifiuti/sostituzioni: 6498), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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