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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NEL NORD EST 1 SU 3 VORREBBE USCIRE DALL'EURO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
BASTA CON L'EURO, UNO SU TRE ORA VOLTA LE SPALLE ALL'UNIONE
[di Natascia Porcellato]

"L'Italia dovrebbe uscire dall'Euro e tornare alla Lira": questa idea, largamente supportata da alcune forze politiche, appare non particolarmente popolare nell'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Secondo i dati raccolti da Demos per Il Gazzettino, infatti, è il 30% degli intervistati a dichiararsi (molto o moltissimo) d'accordo. Tutto bene, dunque? Non esattamente, per due ragioni. La prima è che la quota di nordestini d'accordo con il ritorno alla Lira è cresciuto di circa 8 punti percentuali in poco più di un anno. La seconda è che, guardando alla serie storica dell'Osservatorio Nord Est, la fiducia nell'Unione Europea scende dal 60% del 2002 all'attuale 34%.

L'Unione Europea non appare più quell'approdo tanto desiderato un tempo, dunque. Sembrano finiti gli anni in cui l'Italia, in generale, e il Nord Est, in modo particolare, guardavano a Bruxelles con ampie aspettative di miglioramento rispetto ad una condotta nazionale giudicata insoddisfacente. La crisi economica e sociale degli ultimi anni, l'atteggiamento rigido della Germania in tema di riforme e rispetto dei patti europei, le difficoltà della politica nazionale nell'imporre una propria visione e farsi portatrice di azioni che potessero risollevare la condizione italiana: questi fattori hanno progressivamente messo in discussione le speranze di cui era stato investito il ruolo dell'Europa, portando ad un disincanto che rischia di diventare orecchio sensibile alle sirene anti-europeiste.

Ad oggi, alcuni segnali importanti possono essere intravisti. Il principale indicatore di cui disponiamo è il crollo della fiducia verso l'UE sintetizzabile nella distanza che separa il 60% raccolto nel 2002 e l'attuale 34%: quasi un dimezzamento del gradimento riposto in Bruxelles.

Questo, però, non ha (almeno: ancora) intaccato la moneta unica. È il 30% dei rispondenti, infatti, a ritenere che l'Italia dovrebbe uscire dall'Euro e ritornare alla Lira, mentre la maggioranza (70%) è nettamente contraria a questa ipotesi. Tuttavia, non va sottovalutato il fatto che nell'ultimo anno i favorevoli a questa ipotesi sono cresciuti di circa 8 punti percentuali.
Come si configura dal punto di vista socio-professionale la critica all'Euro? Le categorie che più sostengono la necessità di abbandonarlo e tornare alla moneta nazionale sono operai (48%) e disoccupati (49%). Sostanzialmente in linea con la media dell'area, invece, appaiono imprenditori (31%) e casalinghe (32%). Liberi professionisti (23%), pensionati (22%), impiegati (20%) e studenti (18%) appaiono invece i settori in cui i favorevoli al ritorno alla lira si contraggono maggiormente.

Infine, consideriamo come l'orientamento politico influenzi l'atteggiamento verso l'Euro, dato che alcune formazioni -Movimento 5 Stelle e Lega Nord, in primis- hanno spesso ventilato l'ipotesi di abbandonare la moneta continentale. Come atteso, è tra gli elettori del Carroccio che il consenso si fa più ampio, superando decisamente la soglia della maggioranza assoluta (58%). Allo stesso modo, tra quanti votano per la formazione di Beppe Grillo rileviamo una quota nettamente superiore alla media (41%), anche se è meno di quanto osservato tra i sostenitori di Forza Italia (49%) ma più di quanto espresso dagli elettori dei partiti minori (36%). Intorno alla media dell'area, invece, si collocano coloro che oggi mostrano incertezza o reticenza rispetto all'orientamento politico (31%), mentre più che dimezzato è il consenso all'uscita dall'Euro rilevato tra gli elettori del Partito Democratico (14%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 14-16 ottobre 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1024 persone (rifiuti/sostituzioni: 6498), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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