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ULTIME EDIZIONI OSSERVATORIO SUL NORDEST |
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Triveneto: la sanità pubblica soddisfa una minoranza (8 maggio 2024)
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Nord Est: 6 su 10 vorrebbero cambiare lavoro (1 maggio 2024)
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L'antifascismo a Nord Est (24 aprile 2024)
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ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULLA SOCIETÀ VICENTINA |
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X Rapporto Demos & Pi per Associazione Industriali Provincia di Vicenza (21 luglio 2011 - file pdf)
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ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULL'ALTO VICENTINO |
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Rapporto 2005 (giugno 2005 - file pdf)
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Rapporto 2004 (gennaio 2004 - file pdf)
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Rapporto 2002 (giugno 2002 - file pdf)
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ULTIME EDIZIONI IL CIVISMO NEL NORDEST |
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Rapporto 2007 (gennaio 2007 - file pdf)
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Rapporto 2005 (gennaio 2005 - file pdf)
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ULTIME EDIZIONI ALTRE RICERCHE |
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Regionali 2015 - le stime di voto per il Veneto (15 maggio 2015)
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Il Veneto e la lega (9 marzo 2015)
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I veneti e l'informazione (18 dicembre 2009)
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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NEL NORD EST 1 SU 3 VORREBBE USCIRE DALL'EURO
Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. |
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BASTA CON L'EURO, UNO SU TRE ORA VOLTA LE SPALLE ALL'UNIONE [di Natascia Porcellato]
"L'Italia dovrebbe uscire dall'Euro e tornare alla Lira": questa idea, largamente supportata da alcune forze politiche, appare non particolarmente popolare nell'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Secondo i dati raccolti da Demos per Il Gazzettino, infatti, è il 30% degli intervistati a dichiararsi (molto o moltissimo) d'accordo. Tutto bene, dunque? Non esattamente, per due ragioni. La prima è che la quota di nordestini d'accordo con il ritorno alla Lira è cresciuto di circa 8 punti percentuali in poco più di un anno. La seconda è che, guardando alla serie storica dell'Osservatorio Nord Est, la fiducia nell'Unione Europea scende dal 60% del 2002 all'attuale 34%.
L'Unione Europea non appare più quell'approdo tanto desiderato un tempo, dunque. Sembrano finiti gli anni in cui l'Italia, in generale, e il Nord Est, in modo particolare, guardavano a Bruxelles con ampie aspettative di miglioramento rispetto ad una condotta nazionale giudicata insoddisfacente. La crisi economica e sociale degli ultimi anni, l'atteggiamento rigido della Germania in tema di riforme e rispetto dei patti europei, le difficoltà della politica nazionale nell'imporre una propria visione e farsi portatrice di azioni che potessero risollevare la condizione italiana: questi fattori hanno progressivamente messo in discussione le speranze di cui era stato investito il ruolo dell'Europa, portando ad un disincanto che rischia di diventare orecchio sensibile alle sirene anti-europeiste.
Ad oggi, alcuni segnali importanti possono essere intravisti. Il principale indicatore di cui disponiamo è il crollo della fiducia verso l'UE sintetizzabile nella distanza che separa il 60% raccolto nel 2002 e l'attuale 34%: quasi un dimezzamento del gradimento riposto in Bruxelles. Questo, però, non ha (almeno: ancora) intaccato la moneta unica. È il 30% dei rispondenti, infatti, a ritenere che l'Italia dovrebbe uscire dall'Euro e ritornare alla Lira, mentre la maggioranza (70%) è nettamente contraria a questa ipotesi. Tuttavia, non va sottovalutato il fatto che nell'ultimo anno i favorevoli a questa ipotesi sono cresciuti di circa 8 punti percentuali. Come si configura dal punto di vista socio-professionale la critica all'Euro? Le categorie che più sostengono la necessità di abbandonarlo e tornare alla moneta nazionale sono operai (48%) e disoccupati (49%). Sostanzialmente in linea con la media dell'area, invece, appaiono imprenditori (31%) e casalinghe (32%). Liberi professionisti (23%), pensionati (22%), impiegati (20%) e studenti (18%) appaiono invece i settori in cui i favorevoli al ritorno alla lira si contraggono maggiormente.
Infine, consideriamo come l'orientamento politico influenzi l'atteggiamento verso l'Euro, dato che alcune formazioni -Movimento 5 Stelle e Lega Nord, in primis- hanno spesso ventilato l'ipotesi di abbandonare la moneta continentale. Come atteso, è tra gli elettori del Carroccio che il consenso si fa più ampio, superando decisamente la soglia della maggioranza assoluta (58%). Allo stesso modo, tra quanti votano per la formazione di Beppe Grillo rileviamo una quota nettamente superiore alla media (41%), anche se è meno di quanto osservato tra i sostenitori di Forza Italia (49%) ma più di quanto espresso dagli elettori dei partiti minori (36%). Intorno alla media dell'area, invece, si collocano coloro che oggi mostrano incertezza o reticenza rispetto all'orientamento politico (31%), mentre più che dimezzato è il consenso all'uscita dall'Euro rilevato tra gli elettori del Partito Democratico (14%).
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NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 14-16 ottobre 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1024 persone (rifiuti/sostituzioni: 6498), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it.
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