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OSSERVATORIO SUL NORD EST - A NORD EST UNO SU TRE PERCEPISCE L'IMMIGRATO COME UNA MINACCIA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IMMIGRATI, PER UNO SU TRE MINACCIANO LA SICUREZZA
[di Natascia Porcellato]

"Su tutte le difficoltà riguardanti l'immigrazione, dico: diamo prima l'accoglienza e poi le difficoltà le affronteremo.": così Don Andrea Gallo, il prete di strada morto poco più di un anno fa, spiegava la sua visione della questione immigrazione. L'Osservatorio Nord Est curato da Demos per Il Gazzettino indaga intorno al controverso tema della presenza dei migranti sul territorio: oggi, l'11% dei nordestini è moltissimo d'accordo con l'idea che "gli immigrati sono un pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone". Se a questi affianchiamo il 24% che, rispetto a questa affermazione, si dichiara molto d'accordo, emerge che l'area dell'insicurezza legata alla presenza di stranieri raggiunge complessivamente il 35% (-4 punti percentuali rispetto al 2000).

In queste settimane si è molto parlato del prossimo arrivo dei profughi in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento. La questione è complessa: i profughi sono persone che fuggono da guerre o persecuzioni. Sono in cerca, prima che di una vita migliore, di una vita possibile. Nell'immaginario, però, sono spesso confusi con i clandestini. Per comprendere quanto sono diversi basta vedere i reportage fotografici "Refugees: Stranded in Italy" e "Refugees: Final Act" di Luca Toffolon (www.collettivofotosocial.com) sui profughi accolti qualche anno fa dalla Caritas del vittoriese. Le immagini raccontano, con incredibile durezza, come la burocrazia riduca delle esistenze al possesso di un foglio di carta. Allo stesso modo, però, l'opinione pubblica tende a vedere tutti come immigrati e basta, senza distinzioni. Il risultato è che pochi li considerano per quello che sono davvero -rifugiati tutelati da trattati internazionali-, rendendoli un terreno di scontro tra forze politiche.

Eppure, la tensione verso gli immigrati appare meno alta rispetto a qualche anno fa: oggi, il 35% dei rispondenti li associa a una minaccia per la sicurezza. Se guardiamo alla serie storica, vediamo che i dati di cui disponiamo disegnano dei "cicli": tra il 2000 e il 2001, era il 39% a mostrare lo stesso orientamento. Tra il 2002 e il 2007, invece, l'emergenza rientra e le percentuali oscillano tra il 28 e il 34%. L'associazione immigrazione-insicurezza riesplode tra il 2008 e il 2009, quando è il 40-42% dell'opinione pubblica ad aderire a questa visione. Nel 2010, invece, assistiamo a una contrazione dei consensi che riporta l'allarme intorno all'attuale 35%.

Ad essere maggiormente spaventati dalla presenza dei migranti sono le persone adulte e anziane. Tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni, infatti, la percentuale raggiunge il 49%, ma anche tra gli over-55 la quota si mantiene ampiamente sopra la media dell'area (43-44%).

Se guardiamo al titolo di studio, poi, emerge in modo piuttosto chiaro come siano coloro che sono in possesso di una licenza elementare ad essere più inclini a considerare i migranti un rischio per l'ordine pubblico (50%). La quota, invece, diminuisce nettamente tra chi ha un livello di istruzione medio (37%) o alto (23%).

Considerando il fattore socio-professionale, invece, emerge come siano operai (41%), casalinghe (42%) e, soprattutto, pensionati (47%) a mostrare i timori più consistenti, mentre il livello più basso lo possiamo rilevare tra gli studenti (11%).

Infine, l'influenza della politica: è agli elettori di Forza Italia (47%) e Lega Nord (51%) che la presenza degli immigrati appare più minacciosa, e questo appare coerente con le posizioni delle forze in questione. Una maggiore tranquillità, invece, è osservabile tra sostenitori di Mov. 5 Stelle (30%) e PD (26%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 giugno-2 luglio 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1019 persone (rifiuti/sostituzioni: 5266), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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