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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NEL NORD EST CRESCE LA VOGLIA DI MODIFICARE LA LEGGE SULL'ABORTO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
ABORTO, AUMENTA LA SPINTA A MODIFICARE LA LEGGE 194
[di Natascia Porcellato]

"L'aborto volontario è un evento grave, ma l'aborto clandestino è una tragedia: per questo offrire a una donna l'opportunità di abortire in modo legale e controllato corrisponde alla scelta del male minore": così Umberto Veronesi inquadra la questione della legge 194 che dal 1978 regola l'aborto in Italia. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, indaga oggi intorno a questo delicato tema: il 43% degli intervistati è d'accordo con l'idea che "bisogna rivedere la legge sull'aborto per limitare i casi in cui è lecito". Rispetto al 2012, l'incremento è di circa 6 punti percentuali e riporta il valore intorno alla quota registrata tra il 2007 e 2008.

Nel 1978 veniva approvata la legge 194; 3 anni dopo, venivano bocciati i referendum che cercavano di modificarla ma da allora la regolamentazione dell'interruzione volontaria di gravidanza non sembra ancora aver trovato una piena applicazione. È vero, infatti, che la piaga degli aborti clandestini, che uccideva migliaia di donne, si è almeno in parte rimarginata, lasciando spazio a una maggiore informazione e consapevolezza femminile. Tuttavia, il numero di medici (e farmacisti) obiettori continua ad essere tale da rendere molto complicato alle donne attuare una decisione tanto dolorosa, una volta presa: che la situazione sia particolarmente critica è stato rilevato qualche mese fa anche dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa. Dunque, 36 anni e due referendum non sono bastati per convincere la classe politica a rendere pienamente operativa la legge 194, mentre metterla in discussione è stata negli anni una prassi comune.

Cosa ne pensa l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento? Oggi, è il 43% dei nordestini a ritenere che la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza vada rivista in senso restrittivo. Nel corso del tempo, possiamo osservare come sia mutato l'orientamento della popolazione. Tra il 2007 e il 2009, i valori apparivano piuttosto stabili e compresi tra il 42% e il 45%, ma è nel 2010 che i consensi arrivano a sfiorare la maggioranza assoluta (49%). Nel 2011, però, la quota torna a scendere al 46% e nel 2012 la contrazione appare ancora più marcata (37%). Quest'anno, come ricordavamo, la percentuale torna a crescere e si stabilizza al 43%.

Chi è più sensibile alla correzione limitativa della 194? La delicatezza dell'argomento disegna delle divisioni che sembrano contrapporre diversi settori di popolazione. Considerando il fattore anagrafico, vediamo che la revisione della legge raccoglie la maggioranza dei consensi tra quanti hanno tra i 55 e i 64 anni (51%) e gli over-65 (59%), mentre tra gli under-35 lo stesso orientamento si mantiene intorno al 30-31%.

Se guardiamo al livello di istruzione, vediamo che la revisione in senso restrittivo della legge sull'aborto supera la maggioranza assoluta tra quanti sono in possesso di un basso titolo di studio (55%), mentre tra diplomati e laureati si ferma al 35%.

Come prevedibile, anche il fattore religioso sembra influenzare fortemente le opinioni: il 54% di quanti frequentano assiduamente la messa vorrebbero rivedere la legislazione, mentre la stessa idea trova sostegno dal 28% dei non praticanti.
Il fattore politico, infine, mostra come siano soprattutto i sostenitori di Forza Italia (58%) e Lega Nord (49%) a chiedere di ridiscutere la 194. Tra gli elettori del Pd, invece, la percentuale si ritrae al 40%, sotto la media dell'area, ma è tra quelli del Movimento 5 Stelle che il consenso verso l'idea di rendere più difficile abortire tocca la quota minima (35%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 giugno-2 luglio 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1019 persone (rifiuti/sostituzioni: 5266), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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