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OSSERVATORIO SUL NORD EST - ANCHE NEL NORD EST IL LAVORO È IL PROBLEMA PRINCIPALE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, LA VERA EMERGENZA CONTINUA A ESSERE IL LAVORO
[di Natascia Porcellato]

"Lavoro è vita, lo sai, e senza quello esiste solo paura e insicurezza": questa frase di John Lennon sembra descrivere perfettamente il sentimento che attraversa il Nord Est ormai da alcuni anni. Nell'Osservatorio sul Nord Est di oggi, focalizzato sulle priorità dell'area, è ancora una volta la mancanza di lavoro a emergere come La Questione da risolvere in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento. Secondo i dati elaborati da Demos per Il Gazzettino, infatti, il 52% dei rispondenti indica nella disoccupazione l'urgenza da affrontare. Qualità dei servizi socio-sanitari (13%), tasse e costo della vita (entrambe 10%), criminalità comune (5%), deterioramento ambientale (4%), immigrazione e viabilità (entrambe 3%) arretrano visibilmente di fronte a quella che è percepita dall'opinione pubblica come una vera e propria emergenza.

La paura e l'insicurezza che nascono quando manca il lavoro, per riprendere le parole di John Lennon, sono sentimenti ormai comuni anche nella terra che un tempo ha goduto della tranquillità della piena occupazione. La crisi che da ormai 6 lunghi anni sta attraversando anche il Nord Est ha minato alla base le certezze che erano state costruite nel corso degli anni, mettendo a rischio la stessa identità dell'area, fortemente centrata sulla sua vocazione laburista.

Il cambiamento di clima è osservabile in modo chiaro dall'evoluzione delle priorità nel corso del tempo. Nel 2003 la disoccupazione era urgente per il 12% dei rispondenti, al pari della viabilità, superata dal costo della vita (25%), dalla qualità dei servizi sociali (19%) e dalla criminalità comune (17%). Nel 2009, la tensione verso la carenza di lavoro era già aumentata al 30%, portandosi al primo posto e superando l'immigrazione (17%) e la criminalità comune (14%). È però negli ultimi due anni che la quota di preoccupati per la disoccupazione si è ampliata tanto da superare la soglia del 50%, coinvolgendo la maggioranza assoluta dei rispondenti, e mettendo in ombra tutte le altre questioni.

Il grido delle regioni del Nord Est, quindi, deve arrivare forte e chiaro alla politica regionale e nazionale e chiede lavoro, fonte di reddito, vita e identità per quest'area. La preoccupazione per la sua assenza, infatti, scende raramente sotto il 40% e tende a unire in modo piuttosto trasversale le diverse categorie sociali. Se consideriamo le diverse classi d'età, vediamo che è tra coloro che hanno tra i 45 e i 64 anni che questa richiesta si fa ancora più insistente, superando il 55% delle indicazioni, ma la soglia della maggioranza assoluta viene superata anche tra quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (54%) e tra gli under-25 (51%).

Guardando invece alle categoria socio-professionali, possiamo rilevare come questa inquietudine tenda a farsi più ampia tra le casalinghe (59%), oltre che tra operai (61%) e imprenditori (57%), idealmente riunendo ancora una volta due settori professionali che nel Nord Est raramente si sono contrapposti. Da sottolineare, poi, come anche tra liberi professionisti, studenti e pensionati l'angoscia per il lavoro che non c'è raggiunga la metà dei rispondenti.
Politicamente, infine, la preoccupazione per la disoccupazione tende a crescere soprattutto tra gli elettori della Lega Nord (59%), di Forza Italia (56%) e del Movimento 5 Stelle (55%), oltre che tra coloro che mostrano incertezza o reticenza (anche questi intorno al 55%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 giugno-2 luglio 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1019 persone (rifiuti/sostituzioni: 5266), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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