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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST È ATTENTO ALLA SICUREZZA ALIMENTARE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
ALIMENTI, LA SICUREZZA PREOCCUPA TRE SU QUATTRO
[di Natascia Porcellato]

La sicurezza degli alimenti è oggi al centro della puntata dell'Osservatorio sul Nord Est curato da Demos per Il Gazzettino. Quasi tre intervistati su quattro si sono complessivamente dichiarati molto (32%) o abbastanza (42) preoccupati per la sicurezza degli alimenti, mentre è il 26% ad essere poco o per niente preoccupato. Rispetto al 2012, quando l'inquietudine era intorno al 78%, assistiamo ad una contrazione (-4 punti percentuali), ma se guardiamo al 2009, con un saldo positivo di 10 punti percentuali, possiamo osservare come la preoccupazione sia complessivamente in crescita.
Secondo George Bernard Shaw, "non c'è amore più sincero di quello per il cibo". E, come tutti gli amori, è fonte di costante preoccupazione, richiede cura e attenzione per mantenerlo vivo e sano, cosa sempre più complicata per i consumatori di oggi. Dal latte con aflatossine alle mozzarelle blu; dalle lasagne con carne di cavallo non dichiarata all'intestino di maiale venduto come calamari: le insidie per i consumatori non si esauriscono mai, nonostante la loro attenzione sia sempre più marcata e i controlli delle autorità preposte sempre più numerosi.

Così, non stupisce che quasi 3 nordestini su 4 (74%) oggi si dichiarano molto o abbastanza preoccupati per la sicurezza degli alimenti. Se guardiamo alla serie storica, vediamo che rispetto al 2012 c'è una contrazione di 4 punti percentuali e di 2 rispetto al 2011. Guardando al 2009, però, quando la preoccupazione era al 64%, l'attenzione è attualmente più alta di 10 punti percentuali.

Chi sono i più ansiosi rispetto alla sicurezza alimentare? In generale, nei settori considerati la quota non scende mai sotto la soglia della maggioranza assoluta, segno che la questione è particolarmente sentita dalla popolazione nel suo complesso. Tuttavia, se consideriamo le classi d'età, vediamo che la sicurezza alimentare viene percepita come maggiormente critica dai giovani tra i 25 e i 34 anni (77%) e dalle persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni (81%), anche se è tra gli adulti (45-54 anni) che raggiunge il livello più alto (85%). Sotto il valore medio dell'area, invece, è il timore registrato tra under-25 e tra persone tra i 55 e i 64 anni (entrambi 70%), anche se è tra gli anziani con oltre 65 anni che la preoccupazione tocca il suo livello più contenuto (59%).

Guardando invece al livello di istruzione, possiamo osservare come le persone in possesso della licenza elementare appaiano le meno timorose rispetto alla sicurezza degli alimenti (61%), mentre coloro che sono in possesso di un titolo di studio medio sono in linea con il dato complessivo dell'area (74%). Più sensibili alla questione sembrano essere gli intervistati in possesso di un diploma o una laurea: tra di loro, infatti, l'allarme per la qualità degli alimenti sale all'81%.

Infine, consideriamo il fattore professionale. L'attenzione rispetto alla qualità di cibi e bevande tende ad essere più contenuto tra pensionati (63%), studenti e casalinghe (69-70%). Sostanzialmente in linea con quanto rilevato a livello generale, invece, è il dato registrato tra operai e liberi professionisti (75-76%). Impiegati e disoccupati, poi, mostrano un livello di timore nettamente superiore alla media (82%), ma è tra imprenditori e lavoratori autonomi che possiamo osservare la massima preoccupazione rispetto alla sicurezza alimentare (95%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 28-30 aprile 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 4930), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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