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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST SI SENTE FELICE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, LA TERRA DOVE È NATA LA NUOVA FELICITÀ
[di Natascia Porcellato]

Se, come sostiene il drammaturgo francesce Thomas Corneille, «si è felici soltanto quando si crede d'esserlo», allora deve essere una "fede" che si è radicata a fondo in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento. Secondo i dati rilevati da Demos per Il Gazzettino e pubblicati oggi all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est, la felicità dichiarata dagli abitanti dell'area è quasi assoluta, seppur con gradazioni differenti. Il 18% si dichiara molto felice, mentre il 72% lo è abbastanza: complessivamente, la quota di intervistati che sono in questa condizione è pari al 90%. Quanti si dichiarano poco (8%) o per niente (2%) felici, invece, sono complessivamente il 10%.

La felicità si compone sia di una parte privata e individuale, sia di una pubblica e sociale. Sentirsi o essere felici, dunque, è uno stato psicologico dell'individuo, ma in questo sentimento non è esclusa la dimensione collettiva, anzi. La fase di crisi che sta attraversando l'area nordestina, che minaccia il benessere costruito negli ultimi 30 anni e impone di ridiscutere il modello di sviluppo sociale ed economico dell'area, non sembra intaccare la felicità privata esistente
Nel Nord Est, infatti, questo sentimento sembra essere molto diffuso: 9 persone su dieci si dicono molto o abbastanza felici, mentre l'area della scontentezza si riduce al 10%. Le quote, inoltre, sono sostanzialmente stabili rispetto al 2010, segno che l'inasprirsi della crisi non ha scalfito quel senso di tranquillità personale che sembra contraddistinguere la popolazione.

Come si caratterizza però la felicità dal punto di vista sociale? Se guardiamo all'età, osserviamo come questo stato sia diffuso soprattutto tra i più giovani: tra gli under-25 si sfiora la totalità (97%). Le classi d'età che vanno dai 25 ai 64 anni, poi, mostrano un "tasso di felicità" che coinvolge stabilmente poco più di 9 persone su dieci, mentre tra gli over-65 scende all'81%. Tra uomini e donne, invece, vediamo che sono tendenzialmente i primi (93%) più che le seconde (87%) a dichiararsi contenti. Osservando congiuntamente genere ed età, emerge che nella maggior parte dei settori è rintracciabile una certa assonanza di sentimenti: è solo tra gli over-65 che le distanze si fanno consistenti, con gli uomini che mostrano un livello di felicità pari al 93% mentre per le donne coetanee il dato si ferma al 72%.
La dimensione religiosa incide sulla percezione di felicità personale? Non sembra. Tra non praticanti (91%), quanti vanno a messa saltuariamente (92%) e coloro che invece frequentano assiduamente i riti religiosi (88%) prevale una certa trasversalità.

È l'istruzione un fattore che può discriminare maggiormente felici e infelici? In questo caso, possiamo rilevare differenze più interessanti tra quanti sono in possesso di un basso livello di istruzione (84%), coloro che invece hanno la licenza media (91%) e le persone che hanno conseguito un diploma o una laurea (93%).
Infine, è possibile che ci siano condizioni socio-professionali più felici di altre? I liberi professionisti appaiono quelli più contenti (97%), seguiti da vicino da imprenditori, studenti (entrambi 96%) e impiegati (95%). Casalinghe e operai si attestano intorno all'89-90%, mentre tra i pensionati il "tasso di felicità" scende all'85%. Sono i disoccupati, però, a dichiararsi (relativamente) meno felici: tra di loro, infatti, la quota scende all'81%.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 28-30 aprile 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 4930), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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