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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST DIVISO SUL RUOLO DELL'EUROPA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
EUROPA, NORD EST SPACCATO SUL RUOLO GUIDA DI BRUXELLES
[di Natascia Porcellato]

L'Europa oggi è un vantaggio o un problema? Intorno a questo quesito, l'opinione pubblica del Nord Est si divide in modo quasi perfetto. Infatti, secondo i dati raccolti dall'Osservatorio sul Nord Est curato da Demos per Il Gazzettino, è il 46% degli intervistati a ritenere che il ruolo dell'Europa sia positivo per l'Italia perché impone riforme che altrimenti il governo non farebbe. Una quota sostanzialmente analoga (47%), invece, valuta l'azione di Bruxelles come negativa, perché impedisce all'esecutivo nazionale di operare liberamente. Piuttosto consistente, poi, la quota di persone che non si esprimono (7%).

Per molto tempo, l'Europa è stato l'orizzonte a cui il Nord Est ha guardato con ottimismo e speranza. La sfiducia rispetto alle istituzioni nazionali, la struttura imprenditoriale diffusa e fortemente orientata all'export, la stessa collocazione geografica che la poneva come terra di confine, lontana dai centri di potere politico (Roma) ed economico-finanziario (Milano e Torino): questi sono solo alcuni elementi che hanno concorso, in passato, a far assumere ai nordestini uno sguardo fiducioso verso Bruxelles. Oggi, però, complici la crisi che colpisce anche queste regioni e l'austerity imposta dalla Germania ai paesi più in difficoltà, l'entusiasmo e il trasporto con cui veniva vissuto il ruolo dell'Unione appare smorzato, raffreddato e la popolazione divisa come forse mai prima.

La visione dell'Europa come un elemento positivo per l'Italia, infatti, è propria del 46% degli intervistati, mentre lo sguardo più negativo, che la percepisce come un limite per l'azione del governo nazionale, riguarda il 47%. Rispetto al 2011, quanti giudicano con favore il ruolo dell'Europa sono in calo di 10 punti percentuali, mentre è aumentata di 8 punti percentuali la quota di critici. In crescita, inoltre, appare anche la percentuale di persone che non si esprimono (dal 5 al 7%).

Quali tratti caratterizzano questi orientamenti che dividono la popolazione in due metà sostanzialmente equivalenti? Quanti giudicano positivo il ruolo di Bruxelles perché impone delle riforme che altrimenti il governo non farebbe sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni (68%) e quelli tra i 25 e i 34 anni (58%), oltre alle persone in possesso di un alto livello di istruzione (57%). Dal punto di vista socio professionale, invece, ritroviamo una presenza superiore alla media di impiegati, tecnici o funzionari (58%), liberi professionisti (56%) e, coerentemente con quanto già osservato per l'età, studenti (71%).

Quanti, invece, vedono il ruolo dell'Europa come un limite, perché non permette al governo di operare liberamente, sono in misura maggiore persone tra i 35 e i 44 anni (54%) e adulti che hanno tra i 55 e i 64 anni (53%). Guardando al livello di istruzione, poi, osserviamo che sono maggiormente presenti coloro che sono in possesso di un livello di istruzione basso (54%) o medio (51%). Considerando la condizione professione, infine, possiamo vedere come lo sguardo più negativo sul ruolo dell'Europa accomuni operai (53%) e imprenditori o lavoratori autonomi (58%), anche se la diffusione più ampia, almeno in questo settore, viene osservata tra le casalinghe (63%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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