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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST DURO CONTRO LA VIOLENZA E IL RAZZISMO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
VIOLENZA SULLE DONNE, NORD EST FAVOREVOLE A PENE PIÙ SEVERE
[di Natascia Porcellato]

L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi del legame tra la violenza aggravata dal pregiudizio e le pene con cui deve essere punita. L'86% degli intervistati ritiene che vadano aumentate le pene per i maltrattamenti perpetrati sulle donne per il solo motivo che sono donne. Dello stesso avviso è il 60% quando si parla invece di violenze su gay e lesbiche, mentre un aumento degli anni di carcere per i soprusi a sfondo razziale verso gli immigrati trova il sostegno del 55% dei nordestini.

Il rischio del razzismo è sempre presente all'interno della società moderna. Le diversità che la attraversano spesso rischiano di diventare alterità. Quando il senso di estraneità è alto, la violenza giustificata dalla sola esistenza dell'altro è un pericolo reale. Così, intere fasce di popolazione più deboli e talvolta marginali possono essere vittime incolpevoli se non della propria stessa esistenza. Donne, omosessuali, immigrati: spesso sono loro a pagare il conto subendo violenze e soprusi ingiustificati e intollerabili. Aggravare le pene può essere utile? Sì, secondo l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia autonoma di Trento.

La violenza sulle donne per il solo fatto che sono tali, infatti, merita un aumento degli anni di carcere per l'86% degli intervistati. Sono proprio le donne (89%) rispetto agli uomini (83%) a supportare questa idea. Però, è interessante guardare come donne e uomini di diverse generazioni si relazionano a questo tema. I due generi sono molto vicini nell'orientamento in due specifiche classi: tra i più giovani (15-24 anni, entrambi intorno all'86-87%) e tra gli adulti (35-44 anni, entrambi oltre il 90%). Nelle altre classi, invece, la distanza appare più sensibile e pone le donne come maggiormente propense ad aumentare le pene per questi atti.

Guardando agli orientamenti verso la violenza di stampo omofobo, invece, vediamo che il 27% vorrebbe mantenere la legislazione così com'è, mentre il 60% mostra la volontà di aumentare gli anni di carcere previsti. La distanza tra uomini e donne è meno marcata (rispettivamente: 59 e 62%), ma guardando alle diverse classi d'età emergono alcuni aspetti particolarmente interessanti. Tra gli uomini, sono soprattutto quelli di età centrale (35-54 anni) a mostrare maggiore sensibilità: tra loro, infatti, l'accordo supera il 70%. Tra le donne, il consenso più esteso lo troviamo tra le più giovani: questo, infatti, supera il 77% tra quante hanno tra i 15 e i 34 anni, ma supera il 69% anche tra quante hanno tra i 35 e i 44 anni.

Consideriamo, infine, la violenza di stampo razzista rispetto agli immigrati. Quasi il 32% ritiene che le pene previste attualmente vadano bene, mentre è il 55% a ritenere che andrebbero aumentate. Anche in questo caso la distanza tra uomini e donne è ridotta (rispettivamente: 57 e 54%), ma anche qui i dati per classe d'età segnano diversità marcate. Tra gli uomini, sono soprattutto quanti hanno tra i 35 e i 54 anni a mostrare il consenso più diffuso verso questo orientamento (64-66%), ma il dato si mantiene superiore alla soglia della maggioranza assoluta in tutte le classi ad esclusione dei 55-64enni. Tra le donne, invece, appare decisamente più estesa la distanza tra le generazioni. Fino ai 54 anni, infatti, l'idea di aggravare le pene per i reati a fondo razziale compiuti verso gli immigrati supera (in alcuni casi ampiamente) la soglia del 57%, mentre tra le over-55 questo orientamento appare minoritario.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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