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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E IL NATALE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NATALE, IL RITO COMMERCIALE SCONFIGGE LA FESTA RELIGIOSA
[di Natascia Porcellato]

Una festa commerciale: la maggioranza (relativa) dei nordestini (41%) giudica così il Natale. A considerarlo invece un momento importante da passare vicino agli affetti più cari è il 34%, mentre uno su quattro (25%) mette in luce l'aspetto più religioso del 25 dicembre. Questi sono i principali orientamenti emersi dall'analisi dei dati condotta da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est pubblicato oggi sul Gazzettino.
«Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è "schierato" una volta per tutte dalla parte dell'uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati». Così Papa Francesco qualche giorno fa parlava in Udienza Generale ricordando lo spirito del Natale per la Chiesa Cattolica. Questa visione più legata al credo, però, appare minoritaria. Neanche questi anni di crisi, che hanno costretto anche i cittadini del Nord Est a rivedere i propri stili di consumo, hanno potuto scalfire le idee rispetto a quella che è e rimane, nel bene e nel male, la "festa" per eccellenza.

Guardando ai dati pubblicati oggi, infatti, vediamo che il 41% dei rispondenti giudica il 25 dicembre una festa commerciale, mentre il 34% la considera un momento fondamentale per stare con i proprio familiari. A ritenerla una giornata importante per il suo significato religioso, invece, è il 25%. Guardando agli anni passati, possiamo osservare come non ci siano mutamenti sostanziali nelle concezioni espresse dai nordestini. Tra il 2009 ed oggi, i dati sono sostanzialmente stabili, mostrando quanto profondamente siano radicate queste idee nella popolazione.

In quali settori sociali è più presente un orientamento piuttosto che l'altro? Se guardiamo alla classe d'età, possiamo vedere che la concezione commerciale è presente in misura maggiore tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni (46%), mentre tra i giovani under-25 sono più diffuse le visioni che mettono in primo piano l'essenza commerciale della festa (47%) oppure quella più legata al mondo della famiglia (45%). Sempre l'importanza del mondo degli affetti più cari a Natale è presente soprattutto tra le persone tra i 25 e i 34 anni (46%). Il significato religioso della festa, infine, viene ricordato soprattutto da quanti hanno più di 45 anni, ma le quote si mantengono tra il 31 e il 36%, quindi in nessun caso si raggiunge la maggioranza dei consensi.

Consideriamo, poi, il fattore religioso. Tra coloro che non frequentano i riti religiosi, come è forse più logico attendersi, la visione religiosa del 25 dicembre è ridotta al minimo (4%). Ad essere più presente, invece, è la concezione che riconduce il Natale ad un momento importante per stare in famiglia (40%), ma è soprattutto l'idea che questo sia un momento meramente commerciale ad essere maggioritaria (56%). Tra i praticanti saltuari sono presenti gli stessi orientamenti appena osservati per quanti non frequentano i riti religiosi, anche se meno marcati. Tra di loro, infatti, l'idea che quella del 25 dicembre sia soprattutto una festa religiosa supera di poco il 15%, ed è più ampia anche la concezione legata all'importanza di stare in famiglia (38%) a Natale. Un po' più contenuta rispetto ai non praticanti è l'idea che lo valuta come un momento puramente commerciale (47%). Interessante, infine, è osservare come si esprimono i praticanti assidui. L'idea che il Natale sia una festa commerciale è espressa da poco più del 26% di coloro che vanno a messa tutte le domeniche, mentre la visione legata all'importanza della famiglia nelle festività natalizie interessa il 29%. A mettere l'accento sull'importanza dell'aspetto religioso della nascita di Gesù, dunque, è il 45%: la maggioranza, certamente, ma relativa, non assoluta.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it

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