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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST È PREOCCUPATO PER LA CORRUZIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CORRUZIONE, IL NORD EST CHIEDE UN'ALTRA "MANI PULITE"
[di Natascia Porcellato]

«La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà»: così sferzava l'Italia il Presidente Sandro Pertini. Era il Capodanno del 1979 e, dopo quasi 34 anni, la corruzione rimane un problema largamente irrisolto. Irrisolto ma molto sentito dall'opinione pubblica dell'area, almeno guardando i dati presentati da Demos all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est. Infatti, l'86% degli intervistati si dichiara moltissimo o molto d'accordo con l'affermazione: "In Italia c'è troppa corruzione, la magistratura dovrebbe intervenire come all'epoca di Tangentopoli". Un'idea, dunque, largamente diffusa, ma che è anche cresciuta: nel 2007, infatti, il consenso si fermava all'80%.

Qualche settimana fa, Papa Francesco ha invitato a "pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente". Pochi giorni dopo, veniva pubblicato il Rapporto sulla corruzione di Transparency International. Lo studio dell'Ong colloca l'Italia al (certo non invidiabile) 69° posto nella classifica dei paesi corrotti, posizione condivisa con Romania e Kuwait. Infine, arriva il rapporto Price&Waterhouse per l'Agenzia Antifrode Europea, che stima in 60 miliardi di euro la cifra sottratta all'economia nazionale dalle tangenti. Che questo sia uno dei temi centrali per il rilancio economico e che debba essere messo al centro dell'agenda politica appare, dunque, indubbio.

A fare da ulteriore rinforzo, poi, si aggiunge la sensibilità dell'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. In questo territorio, un tempo ricco di lavoro e benessere e oggi in grave difficoltà, l'86% degli intervistati si dice moltissimo o molto d'accordo con l'idea che c'è troppa corruzione. Sembra essere proprio la crisi economica e sociale che l'area sta attraversando a rendere ancora più inaccettabile la pratica della tangente. Infatti, rispetto al 2007, quando comunque la coscienza della gravità era molto diffusa, dato che riguardava l'80% dei nordestini, oggi assistiamo ad un ulteriore aumento di 6 punti percentuali della quota di popolazione che invoca una nuova Tangentopoli.
Il rifiuto per la corruzione è ampio, trasversale e coinvolge una larghissima parte della popolazione. È tra i giovani e gli adulti fino a 44 anni che la quota di coloro che invocano una nuova Tangentopoli si fa quasi unanime, raggiungendo il 90%. Tra le persone tra i 45 e i 54 anni il consenso si mantiene intorno alla media (86%), mentre sotto questa soglia (81-83%) ritroviamo quanti hanno tra i 55 e i 64 anni e gli over-65.

Anche guardando agli altri settori sociali, il consenso verso la necessità di combattere la corruzione è largamente presente e non scende mai sotto la soglia del 60%. Operai e imprenditori, pensionati e studenti, donne e uomini, credenti e non credenti, più istruiti e meno istruiti: tutti uniti nel chiedere che il sistema delle tangenti e della corruzione non sottragga più risorse all'economia sana, quella che permette alle imprese oneste di lavorare, alle famiglie di vivere e alla società di avanzare.

Per questo, ovviamente, appare fondamentale l'atteggiamento della politica. Così, è interessante osservare gli orientamenti dei cittadini che si riconoscono nelle diverse aree. Tra i simpatizzanti dell'area di centrosinistra (92%) e del Mov. 5 Stelle (91%) ritroviamo il consenso più largo all'idea della nuova Tangentopoli. I sostenitori dei partiti di centro, invece, si collocano intorno alla media dell'area (85%), mentre al di sotto di questa soglia si fermano gli elettori del centrodestra (78%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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