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OSSERVATORIO SUL NORD EST - ANCHE A NORD EST SCENDE IL RISPETTO PER L'AUTORITÀ

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CROLLA ANCHE A NORD EST IL RISPETTO PER L'AUTORITÀ
[di Natascia Porcellato]

"Una volta si aveva paura anche del vigile urbano, adesso i bambini non hanno più paura di niente. Per forza, se anche le maestre si lasciano dare del tu": è questa la frase con cui, qualche settimana fa, Luca Zaia ha fatto esplodere una nuova polemica sulla scuola e l'educazione. Secondo i dati raccolti da Demos per conto dell'Osservatorio sul Nord Est e pubblicati oggi sul Gazzettino, però, la maggioranza dei nordestini si riconosce nelle parole del Presidente del Veneto. Quasi 9 intervistati su 10 (88%), infatti, si dicono convinti che nel Paese il rispetto per l'autorità sia diminuito negli ultimi 10 anni e oltre il 73% si dichiara d'accordo con l'idea che le maestre dovrebbero tornare a farsi dare del "lei" dagli studenti. È solo una minoranza (27%), invece, a pensare che non sia attraverso cose come queste che si insegna il rispetto.

«Un tempo era grande il rispetto per una testa ricoperta di capelli bianchi.», si rammaricava Ovidio. Sono passati circa 2000 anni e la versione moderna del dispiacere del poeta romano può essere rappresentata da questo intervento del Governatore del Veneto. Zaia, in fondo, si lamenta della stessa cosa, il rispetto che non c'è più, aggiungendo la questione della trasmissione dello stesso alle nuove generazioni. Stavolta, complice l'inaugurazione di una scuola elementare, l'attenzione si è concentrata sui bambini in classe, su come si rivolgono alle maestre e sul comportamento che devono tenere in aula. "Apriamo una riflessione", dice Zaia. O forse, dato che la questione sembra partire da molto più lontano, come ricordano le parole di Ovidio, è meglio dire "teniamola aperta".

Anche perché, a quanto pare, la preoccupazione in relazione alla perdita del rispetto per l'autorità sembra piuttosto diffusa nel Nord Est: l'88% delle persone intervistate da Demos ritengono che, negli ultimi 10 anni, questo sia diminuito. Con tali presupposti, non stupisce che l'idea di Zaia raccolga un consenso molto ampio: il 73% ritiene che i bambini dovrebbero usare il "lei" anziché il "tu" con le maestre in classe perché è una forma di rispetto importante. Questa opinione trova i consensi più ampi tra le persone con oltre 65 anni (83%), tra quanti hanno un basso livello di istruzione (86%), tra gli imprenditori (87%), i pensionati (82%) e le casalinghe (77%). Va sottolineato, però, come in tutte le categorie considerate questa opinione raccolga sempre una quota di consenso superiore alla soglia della maggioranza assoluta.

Al contrario, è poco più di un nordestino su quattro (27%) a pensare che non sia attraverso queste cose che si insegna il rispetto. In questo caso, possiamo vedere come siano in misura maggiore i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni (42%) e quelli tra i 25 e i 34 anni (32%) a mostrare i consensi più diffusi, per quanto minoritari, verso questa posizione. Guardando al livello di istruzione, invece, vediamo come siano soprattutto quanti sono in possesso di un diploma o una laurea a manifestare questa opinione in misura superiore alla media (35%). Infine, se consideriamo la categoria socio-professionale, possiamo osservare come siano soprattutto gli studenti (44%), i disoccupati (36%), gli impiegati e i liberi professionisti (entrambi 31%) a pensare che non sia attraverso cose come dare del "lei" o del "tu" alla maestra che i bambini possono imparare il rispetto.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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