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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E GLI IMMIGRATI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IMMIGRATI, RISORSA PER L'ECONOMIA PIÙ CHE MINACCIA PER IL LAVORO
[di Natascia Porcellato]

Risorsa o una minaccia? Qual è la visione della popolazione del Nord Est rispetto agli immigrati? L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi del rapporto tra nordestini e migranti nell'ottica del loro ruolo nello sviluppo dell'area. Un rispondente su quattro (25%) ritiene che "gli immigrati costituiscono una minaccia per l'occupazione", mentre il 45% li vede come "una risorsa per la nostra economia". Se consideriamo queste due concezioni congiuntamente, osserviamo come la visione più pessimista raccolga oggi circa il 20% degli intervistati (-7 punti percentuali rispetto al 2011), mentre quella ottimista, propria del 39% degli intervistati, sia sostanzialmente stabile rispetto a due anni fa. Ad aumentare in modo consistente, infatti, è stata la percezione più ambigua del fenomeno, che nel biennio sale dal 34 al 41%.

L'immigrazione che negli anni ha interessato le regioni del Nord Est è cresciuta rapidamente. Dal 2002 ad oggi, infatti, l'incidenza percentuale degli stranieri sulla popolazione residente è aumentata dal 3 al 10% circa (dossier Caritas-Migrantes). Una crescita tanto impetuosa in così poco tempo ha, inizialmente, disorientato la popolazione locale, divisa tra il benessere della crescita che attirava manodopera e il timore dello straniero che stava arrivando. Oggi, un ulteriore segnale della crisi è che i migranti fanno ritorno alle proprie terre di origine: circa 50mila sono già partiti, come rivelato nel gennaio scorso dal coordinamento Triveneto della Commissione Caritas-Migrantes.

L'elemento che emerge dai dati presentati oggi, però, è che in questo momento gli immigrati sono percepiti soprattutto come una risorsa: circa il 45% degli intervistati è su questa posizione. Rispetto al 2011, l'aumento è di 3 punti percentuali, ma il segno sale a +21 se guardiamo al 1999. Il 25% dei rispondenti, invece, vede i migranti come una minaccia per l'occupazione, ma la tendenza segna un calo rispetto al 2011, quando era il 31% a mostrare lo stesso orientamento. Considerando insieme queste dimensioni, abbiamo costruito una tipologia di atteggiamenti.

La visione più pessimista dei migranti, che raccoglie coloro che mostrano solo sentimenti negativi, caratterizza il 20% degli intervistati (-7 punti percentuali rispetto al 2011). Sono soprattutto gli anziani e le persone in possesso di un basso livello di istruzione a mostrare questo tipo di orientamento, mentre dal punto di vista professionale troviamo una presenza superiore alla media di operai, casalinghe, disoccupati e pensionati.

La percezione ambigua, che vede convivere giudizi positivi e negativi, è propria del 41% della popolazione (+7 punti percentuali rispetto a 2 anni fa). In questo caso, sono soprattutto i giovani (25-34 anni) e le donne a mostrare maggiore incertezza, mentre guardando alle professioni ritroviamo in misura maggiore imprenditori e casalinghe.

L'ottimismo associato ai migranti, invece, è proprio del 39% dei nordestini. In questo caso, ritroviamo soprattutto uomini, giovani under-34 e persone di età centrale (45-54 anni), oltre a quanti sono in possesso di un alto livello di istruzione. Guardando alle professioni, poi, sono studenti, liberi professionisti e impiegati a mostrare un orientamento positivo.

Consideriamo, infine, l'influenza della politica. Coloro che hanno votato per l'area di centrosinistra fanno nettamente prevalere la visione ottimista, così come gli elettori del Mov. 5 Stelle. I sostenitori della coalizione di centro, invece, hanno uno sguardo soprattutto ambiguo, mentre tra gli elettori di centrodestra, oltre all'incertezza, troviamo anche una forte presenza di persone con una visione segnata dal pessimismo.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 15-17 gennaio 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1010 persone (rifiuti/sostituzioni: 3842), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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