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OSSERVATORIO SUL NORD EST - LA CONCEZIONE DELLA FAMIGLIA NEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
UNA FAMIGLIA? BASTA CONVIVERE. A NORD EST LO DICONO 6 SU 10
[di Natascia Porcellato]

"Dove c'è convivenza, c'è famiglia", potremmo quasi dire, parafrasando, con un tocco di ironia, un vecchio slogan. L'Osservatorio sul Nord Est, pubblicato oggi su Il Gazzettino, punta la propria attenzione su come si possa definire una famiglia, e gli intervistati da Demos sembrano riconoscerla sempre più proprio nella semplice convivenza. La visione più tradizionale, basata sul matrimonio in Chiesa, infatti, raccoglie il 18% dei consensi, mentre quella che richiede l'esistenza di un vincolo, sia esso religioso o civile, intercetta l'apprezzamento del 24%. La maggioranza assoluta degli intervistati (57%), però, ritiene che basti convivere sotto lo stesso tetto, e oltre uno su tre (34%) considera famiglie anche i conviventi omosessuali.
I modelli familiari sono molto cambiati nel corso del tempo e il recente superamento dei riti civili su quelli religiosi, certificato poche settimane fa dall'Istat, ne è un passaggio importante. A questo, però, vanno aggiunti altri cambiamenti: l'aumento delle convivenze e la nascita di figli al di fuori del vincolo matrimoniale, le famiglie monogenitoriali e quelle omosessuali. Il Nord Est, terra tradizionalmente connotata da una forte religiosità, sembra essere cambiato in modo ancora più radicale. L'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento, infatti, mostra un atteggiamento piuttosto secolarizzato nell'affrontare la questione de "le famiglie".

Oggi, è il 18% degli intervistati a ritenere che per potersi definire "famiglia" sia necessario un impegno sancito di fronte a Dio. Se guardiamo alla serie storica, vediamo come, rispetto al 2008, il calo sia di circa 3 punti percentuali. Interessante, inoltre, è rilevare come anche tra i praticanti assidui la quota si mantenga ampiamente sotto la soglia della maggioranza assoluta (31%). Il 24%, invece, allarga la propria visione e richiede che ci sia "un" vincolo, sia esso di natura religiosa o civile: in questo caso, la diminuzione è di 9 punti percentuali in cinque anni. Nel complesso, dunque, è il 42% dei nordestini a richiedere il matrimonio per poter definire tale una famiglia. Questo orientamento è presente soprattutto tra gli anziani con oltre 65 anni e tra le persone in possesso di un basso livello di istruzione. Dal punto di vista politico, invece, ad orientarsi su queste posizioni è la maggioranza degli elettori di Pdl e Lega Nord, oltre che della coalizione che sostiene Monti.

Il 57% dei nordestini, però, indica nella semplice convivenza la condizione sufficiente per parlare di famiglia: rispetto al 2008, quando gli intervistati su questa posizione erano il 44%, l'aumento è di quasi 13 punti percentuali. Non stupisce vedere come le quote di consenso più ampie si raggiungono tra coloro che non sono praticanti (80%) o che frequentano la messa saltuariamente (64%), mentre è importante osservare come questo orientamento superi il 60% tra i giovani e gli adulti (fino a 44 anni). Politicamente, invece, ritroviamo su questa posizione soprattutto i sostenitori della coalizione guidata da Bersani e del Pd, oltre che del Mov. 5 Stelle.

Con l'affermarsi della visione della "convivenza come famiglia" è cresciuta anche l'apertura verso le coppie omosessuali. Se nel 2008 era poco meno del 24% a ritenere corretto considerare famiglie anche i conviventi gay, oggi la quota supera il 34%, con un aumento di oltre 10 punti percentuali. Da sottolineare, poi, come questo orientamento superi in modo netto il 40% tra i giovani under-34, mentre dal punto di vista politico il favore verso le famiglie "arcobaleno" arriva soprattutto dai sostenitori di Bersani e del Pd.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 15-17 gennaio 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1010 persone (rifiuti/sostituzioni: 3842), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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