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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST È PREOCCUPATO PER LA CRISI ECONOMICA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
LA CRISI DURERÀ ALTRI DUE ANNI, SONO SICURE SEI PERSONE SU DIECI
[di Natascia Porcellato]

Quando finirà l'attuale crisi economica? Tra più di due anni: sembra essere questo l'orientamento prevalente in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nelle provincia di Trento. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, indaga oggi intorno alla percezione sociale della crisi economica e della sua fine. Oltre sei intervistati su dieci (61%) indicano in oltre 2 anni l'orizzonte temporale necessario per vedere la fine dell'attuale momento di disagio. Il 16%, invece, ritiene saranno sufficienti meno di 24 mesi, mentre si attesta complessivamente al 18% la quota di persone che indicano in 1 anno (12%) o 6 mesi (6%) il tempo sufficiente per uscire dalla crisi economica.

Quattro anni: tanto tempo è passato dal fallimento del gruppo finanziario Lehmann-Brothers e dal simbolico inizio della crisi mondiale che sta investendo anche il nostro Paese. Una crisi lunga, dunque, che sta portando con sé un disagio di portata sempre più ampia anche nelle regioni del Nord Est. Quando finirà questo stato di difficoltà e malessere?

Le prospettive dell'opinione pubblica non sembrano essere rosee: circa il 61% degli intervistati, infatti, prevede una conclusione della crisi tra oltre due anni, mentre il 16% pone nei 2 anni il limite per la chiusura della crisi. I più ottimisti, che prevedono una conclusione della crisi entro 6 mesi o 1 anno, sono il 18%.

I nordestini, però, sembrano aver maturato l'attuale percezione attraverso una progressiva presa di coscienza. Dopo un primo momento di relativo ottimismo, hanno smesso di attendersi un miglioramento delle condizioni economiche in tempi rapidi. Nel 2009, infatti, la quota di intervistati che immaginava in oltre 2 anni la fine della crisi era il 33%, ma già nel 2010 la quota era salita al 48%, per schizzare al 64% nel 2011, e stabilizzarsi oggi intorno al 61%. Coloro che immaginavano una conclusione della crisi economica in 24 mesi, invece, si sono gradualmente ridotti: tra il 2009 e il 2010, era il 22% degli intervistati a porsi questo orizzonte temporale, mentre tra il 2011 e il 2012 si sono contratti al 16-17%. Quanti immaginano una conclusione della crisi in tempi brevi (6 mesi o 1 anno), mostrano un andamento peculiare. Nel 2009, infatti, era il 38% a guardare all'orizzonte temporale più breve, ma nel 2010 questa quota è rapidamente diminuita al 20%, si è ulteriormente ridotta al 12% l'anno successivo, per risalire oggi di circa 6 punti percentuali, posizionandosi intorno al 18%.

Quali sono le professioni più preoccupate? In tutti i settori considerati, l'idea che ci saranno ancora oltre 2 anni di crisi appare maggioritaria, segno della diffusa consapevolezza delle difficoltà che riserveranno i prossimi anni. Tuttavia, vediamo come i timori più estesi siano rintracciabili tra impiegati, tecnici e funzionari. L'orizzonte intermedio, che indica in 24 mesi la conclusione delle tensioni attuali, vede una presenza superiore alla media di liberi professionisti e studenti, mentre la risoluzione entro 6 mesi o 1 anno è più presente tra imprenditori, lavoratori autonomi e disoccupati.

Consideriamo, infine, come si orientano i diversi elettorati. In tutti appare maggioritaria la prospettiva che guarda oltre ai 2 anni, ma questa appare particolarmente estesa tra gli elettori dell'Udc. Tra i simpatizzanti di Pd, Idv, Lega Nord e Mov. 5 Stelle possiamo trovare una presenza superiore alla media di persone orientate a considerare l'orizzonte dei 24 mesi, mentre sono soprattutto quelli del Pdl ad attendersi la fine della crisi in 6 mesi o 1 anno.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 6-8 settembre 2012 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1008 persone (rifiuti/sostituzioni: 5243), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Fabio Turato, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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