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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST PERDE FIDUCIA NEL VOTO COME POSSIBILITÀ DI CAMBIAMENTO.

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SOLO IL 52% CREDE CHE IL VOTO CONDIZIONI LE SORTI DELL'ITALIA
[di Natascia Porcellato]

L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, oggi si occupa del senso di efficacia che i cittadini attribuiscono al voto. "Anche il singolo cittadino, andando a votare, può influenzare la vita politica del nostro Paese": oltre un nordestino su due (52%) si dichiara (moltissimo o molto) d'accordo con questa affermazione. Nel 2004 il consenso intorno al medesimo orientamento era di poco inferiore al 62%: la diminuzione, in otto anni, è di circa 10 punti percentuali.

Negli ultimi mesi, i richiami del Presidente Napolitano per la riforma della legge elettorale si sono fatti sempre più frequenti e urgenti. L'attuale modalità di voto, battezzata Porcellum da Sartori, permette di esprimere solamente la preferenza per un partito, e di fatto lascia l'indicazione dei parlamentari nelle mani delle segreterie dei partiti. Ma con partiti come quelli attuali, largamente delegittimati e in crisi, agli occhi dell'opinione pubblica, il rischio è che il meccanismo che regola la rappresentanza si faccia sempre più difficile e che dilaghi l'antipolitica. Per questo, appare particolarmente interessante comprendere quanto i cittadini sentono che il loro voto "conta", che possono effettivamente incidere sulla vita politica del Paese attraverso lo strumento elettorale.

Nel Nord Est, è circa il 15% degli intervistati a mostrare l'accordo più intenso ("moltissimo") verso l'idea che i cittadini possono influenzare la vita politica del Paese attraverso il voto. Se a questi affianchiamo il 37% che si dichiara "molto" d'accordo con questa posizione, vediamo che è poco più della metà dei nordestini (52%) a sostenere l'efficacia dello strumento elettorale per incidere sulle sorti dell'Italia. Rispetto al 2004, quando la percentuale di intervistati che dichiarava lo stesso grado di accordo era intorno al 62%, il calo è di circa 10 punti percentuali.

Chi mostra una maggiore attitudine verso questo orientamento? Ritroviamo innanzitutto persone in possesso di un alto livello di istruzione, oltre a una vasta gamma di professioni: impiegati e liberi professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi, a cui possiamo aggiungere studenti e disoccupati.

Indicazioni interessanti, poi, possono essere tratte anche guardando alla relazione tra genere ed età. Sono le donne, infatti, ad essere maggiormente convinte di poter influire sulla vita politica del Paese attraverso il voto (59%), mentre tra gli uomini questa convinzione appare meno diffusa (44%). Ulteriormente significativo è che sia tra le donne giovani e adulte (fino ai 44 anni) che si osservano le quote più alte di consenso, mentre tra gli uomini si supera la maggioranza assoluta solo tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni.

Consideriamo, infine, l'influenza dell'orientamento politico. Sono gli elettori di Pd e Idv a mostrare la maggiore convinzione che il voto possa influire sulla vita politica del Paese: tra loro, infatti, l'accordo verso questa posizione supera l'80%. Meno ampio, ma comunque superiore alla media dell'area, appare il consenso osservato tra i simpatizzanti di Sel, Udc e Movimento 5 Stelle. Al contrario, la percezione di poter incidere sulla vita politica del Paese attraverso il voto si fa minoritaria tra quanti sono vicini a Pdl e Lega Nord.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 31 maggio-4 giugno 2012 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1008 persone (rifiuti/sostituzioni: 3615), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Fabio Turato, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Mauro Vullo ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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