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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI
Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. |
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IL NORDEST E L'ARTICOLO 18: PER TRE SU DIECI È DA CAMBIARE [di Natascia Porcellato]
Negli ultimi mesi, il dibattito nazionale relativo alla riforma del mercato del lavoro si è incentrato sulla possibile modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Proprio su questo tema l'Osservatorio sul Nord Est (curato da Demos per Il Gazzettino) ha interpellato i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Interessanti i risultati: il 22% ritiene l'articolo 18 intoccabile, mentre per il 47% se ne può discutere, ma non modificarlo in modo sostanziale. Per il 27%, invece, l'articolo 18 va cambiato radicalmente.
Il mercato del lavoro italiano, soprattutto dopo le riforme Treu e Biagi, ha visto moltiplicarsi le forme contrattuali disponibili. Impossibile elencarle qui tutte: sono tante, probabilmente troppe. Nel 2004, dopo l'approvazione della legge 30/2003, l'Istat ne individuava 21, ma che potevano essere applicate in 48 modalità diverse; la Cgil attualmente ne conta 46. La giungla delle possibilità, quindi, è molto fitta e la quota di lavoratori inquadrati in forme (sempre meno) atipiche tende a crescere nel tempo, soprattutto tra i più giovani. A titolo di esempio, richiamiamo una recente analisi dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso secondo cui, nel 2011, i giovani (18-29 anni) assunti a tempo indeterminato sono stati solo l'8%. Così, almeno a Treviso -ma il discorso è verosimilmente applicabile a molte realtà- la maggioranza dei giovani lavoratori non gode delle tutele dello Statuto dei Lavoratori di cui l'articolo 18 è ormai il simbolo.
Cosa prevede l'articolo 18? Nelle aziende con oltre 15 addetti prescrive l'obbligo di reintegrare il lavoratore al suo posto, se è stato licenziato ingiustamente. Il Nord Est, territorio famoso per la presenza di piccole e piccolissime aziende, vede una ampia quota di lavoratori che non godono di tale diritto. Nonostante questo, però, è poco più un nordestino su quattro (27%) a invocare una modifica radicale della legislazione, mentre la maggioranza relativa (47%) ritiene che non debba essere cambiata in modo sostanziale. Se a questi ultimi affianchiamo coloro che giudicano l'articolo 18 "intoccabile" (22%), vediamo chiaramente quanto poco apprezzata appaia l'ipotesi di modifica.
Quale profilo caratterizza i diversi orientamenti? Coloro che giudicano intoccabile l'articolo 18 sono in misura maggiore operai e disoccupati, mentre guardando al fattore anagrafico osserviamo una presenza superiore alla media di giovani under-24 e persone di età centrale (45-64 anni). Politicamente, invece, ritroviamo su questa posizione soprattutto gli elettori di Pd, Idv, Mov. 5 Stelle e coloro che voterebbero per un partito minore.
Consideriamo ora quanti si orientano in modo opposto e vorrebbero una modifica radicale dell'articolo 18. Dal punto di vista anagrafico, sono soprattutto coloro che hanno tra i 25 e i 44 anni a mostrare la più diffusa volontà di cambiamento, mentre professionalmente ritroviamo una presenza superiore alla media di lavoratori autonomi, liberi professionisti e disoccupati. Guardando all'orientamento politico, poi, osserviamo come siano gli elettori di Pdl e Lega Nord ad essere più disposti a modificare questa parte dello Statuto dei Lavoratori. Infine, guardiamo al profilo di quanti ritengono che si possa discutere di articolo 18, ma senza cambiarlo sostanzialmente. Di questa idea è la maggioranza dei giovani con meno di 24 anni e coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni, mentre dal punto di vista socio-professionale vediamo come siano soprattutto impiegati, liberi professionisti, imprenditori e studenti a mostrare più ampiamente questa sensibilità. Politicamente, è la maggioranza degli elettori di Pd, Idv, Sel e Udc a ritenere che si possa anche parlare di articolo 18, ma senza apportare modifiche sostanziali.
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NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 6-8 febbraio 2012 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1039 persone (rifiuti/sostituzioni: 2828), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,03%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Fabio Turato, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it.
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