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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E IL LAVORO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
LAVORO? IN GRANDI AZIENDE O IN UN'ATTIVITÀ IN PROPRIO
[di Natascia Porcellato]

Il Nord Est torna a guardare al lavoro in proprio e a quello presso le grandi imprese, mentre sembra diminuire l'interesse per le libere professioni e per l'impiego presso gli enti pubblici. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi del lavoro preferito dai nordestini. Il lavoro in proprio torna ad essere quello più scelto (29%), ma è seguito, a breve distanza, dall'impiego presso gli enti pubblici (28%). La grande impresa è preferita dal 19% dei nordestini intervistati, seguita dalla libera professione (poco più del 15%) e dal lavoro presso piccole imprese o artigiani (9%). Complessivamente, il saldo tra lavoro autonomo (44%) e dipendente (56%) continua ad essere nettamente a favore di quest'ultimo.

«Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità», secondo Demostene. Parafrasando il filosofo greco, potremmo osservare che il Nord Est è stato ricco di piccole opportunità che hanno favorito il sorgere di grandi imprese. La vocazione imprenditoriale diffusa, le micro-aziende, le eccellenze di nicchia: anche questo ha contribuito a rendere il Nord Est una tra le più sviluppate e ricche d'Europa. Da dove ripartire ora, data la crisi? Probabilmente dallo stesso punto: dalle piccole opportunità che possono portare alle grandi imprese. In questa prospettiva, appaiono ancor più interessanti i dati pubblicati oggi.

Tra il 2000 e il 2010, infatti, abbiamo assistito a una progressiva contrazione dell'appeal per il lavoro in proprio, che era sceso dal 35 al 25%. Nel novembre scorso, però, un'inversione di tendenza ha permesso alle preferenze per l'impresa autonoma di risalire al 29%, facendo di questa la formula lavorativa quella preferita. Sono soprattutto i giovani (15-34 anni) e gli adulti di età centrale (45-54 anni) a prediligere questo tipo di impiego. Dal punto di vista socio-professionale, oltre agli imprenditori stessi, sono operai, liberi professionisti e disoccupati a scegliere in misura maggiore il lavoro in proprio.

Consideriamo ora il trend del lavoro alle dipendenze di un ente pubblico: negli ultimi 10 anni avevamo assistito ad un aumento costante che lo aveva portato dal 21% del 2000 al 30% del 2010. Attualmente, invece, è indicato dal 28% dei nordestini, ed è tornato sui livelli del 2008. Le categorie sociali che guardano in misura maggiore al lavoro per gli enti pubblici sono quelle che tendono a cercare le maggiori sicurezze: anziani con oltre 65 anni di età, casalinghe e pensionati.

Guardando al lavoro per le grandi imprese, invece, vediamo come, dopo anni di stabilità intorno al 16%, tra il 2010 e il 2011 l'interesse dei nordestini sia aumentato fino a superare il 19%. In parte, forse, la grande impresa viene percepita come un luogo più stabile per il lavoro: per questo i consensi maggiori provengono da adulti e anziani (oltre 55 anni), casalinghe e pensionati.

Anche le libere professioni hanno visto, tra il 2000 e il 2010, un andamento che le ha tenute stabilmente intorno al 20%, mentre ora abbiamo osservato una contrazione che le ha portate poco sopra il 15%. In questo caso, però, emerge come siano soprattutto i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni a sceglierle maggiormente. Dal punto di vista socio-professionale, poi, ad essere maggiormente attratti dalle libere professioni sono i disoccupati e gli studenti, oltre ai liberi professionisti stessi.
Infine, consideriamo il lavoro alle dipendenze di una piccola impresa. Nel tempo, l'appeal del lavoro artigiano si è mantenuto su livelli molto contenuti: tra il 6% e l'attuale 9%. Le categorie che più di altre guardano al mondo della piccola impresa sono i giovani (25-34 anni) e gli impiegati.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 4-8 novembre 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1025 persone (rifiuti/sostituzioni: 3517), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Fabio Turato, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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