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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LE PENSIONI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORDEST SEMPRE PIÙ STANCO DI "MANTENERE" I PENSIONATI
[di Natascia Porcellato]

Patto generazionale sempre più a rischio, secondo i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, oggi punta l'attenzione verso il tacito accordo che ha tenuto insieme il sistema pensionistico e assistenziale italiano. "Non è giusto che i giovani paghino i contributi per sostenere le pensioni e l'assistenza delle persone anziane, visto che in futuro rischiano di ricevere pensioni e assistenza molto più basse": oltre il 41% dei nordestini si è dichiarato (moltissimo o molto) d'accordo con questa affermazione -volutamente provocatoria. La crescita del consenso intorno a questa opinione è di circa 6 punti percentuali rispetto allo scorso anno, ma guardando al 1998 l'aumento sfiora i 19 punti percentuali.

Il governo Monti in queste ore sta presentando le misure che intende adottare per arginare la crisi e mettere le basi per un nuovo patto sociale. La riforma delle pensioni sarà uno dei cardini del provvedimento, ma un capitolo non sembra sia stato ancora affrontato esplicitamente: quello relativo ai "contributi silenti" versati alla gestione separata dell'Inps.

Qui, infatti, confluiscono le persone che hanno una carriera lavorativa puntellata da impieghi intermittenti, atipici, ma sono coinvolti anche liberi professionisti non iscritti agli ordini, titolari di partita Iva e parasubordinati. Secondo i dati riportati da Mario Staderini (nell'ambito della mobilitazione promossa dai Radicali e dall'Associazione Nazionale Consulenti Tributari nei mesi scorsi), sono circa 2 milioni gli iscritti alla gestione separata e l'età media è 41 anni per gli uomini e 36 per le donne. Pagano un'aliquota alta, intorno al 27% della retribuzione, ma difficilmente riescono a raggiungere le soglie necessarie all'erogazione della pensione. Attualmente, la gestione separata incassa ogni anno circa 8 miliardi di euro di contributi mentre ne eroga 300 milioni: uno squilibrio tanto forte da rendere urgente un radicale ripensamento del sistema.

L'opinione pubblica del Nord Est, seppur in modo indiretto, sembra indicare la stessa strada: il 41% dei nordestini intervistati, infatti, ritiene ingiusto che i giovani paghino i contributi per sostenere l'attuale sistema visto che in futuro non riceveranno un trattamento equivalente.

Nel corso del tempo, inoltre, questo orientamento è cresciuto e si è consolidato: nel 1998 era il 22% ad essere in questa posizione, mentre cinque anni dopo la quota era aumentata fino a sfiorare il 28%. Nel 2010, era più di un nordestino su tre a sostenere l'ingiustizia di questo sistema e quest'anno, infine, abbiamo rilevato un ulteriore incremento: oltre il 41% dei rispondenti si è espresso in questo senso.
Colpisce, inoltre, osservare come sia soprattutto tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni ad essere più presente questo orientamento: in questa fascia d'età, infatti, un giovane su due ritiene ingiusto sostenere l'assistenza oggi dato che in futuro godrà di trattamenti molto ridotti. Al contrario, è tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni che l'affermazione proposta raccoglie il consenso più basso (34%).

Infine, guardando alla condizione socio-professionale, vediamo come siano soprattutto operai (45%), disoccupati (46%) e casalinghe (49%) a giudicare un'ingiustizia il pagamento dei contributi da parte dei più giovani a fronte di un probabile futuro di pensioni basse e servizi ridotti. Tra quelli meno sensibili a questa posizione, invece, segnaliamo i liberi professionisti e gli impiegati (intorno al 37-38%) oltre che, comprensibilmente, i pensionati (36%).
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 4-8 novembre 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1025 persone (rifiuti/sostituzioni: 3517), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani, Natascia Porcellato e Fabio Turato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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