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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E I PROBLEMI DELL'UNIVERSITÀ

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SOLO UNA PERSONA SU DUE DÀ FIDUCIA ALL'UNIVERSITÀ
[di Natascia Porcellato]

L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, punta oggi l'attenzione sulla percezione dell'Università da parte dei cittadini dell'area. Poco più di un nordestino su due dichiara di provare moltissima o molta fiducia verso l'Accademia, e sono soprattutto i giovani a mostrare un atteggiamento positivo. Quali i problemi? Gli intervistati individuano nella mancanza di fondi (29%) e nello scarso collegamento con il mondo del lavoro (25%) le due principali criticità che la caratterizzano. Piuttosto ampia la quota di non rispondenti (14%).

Il Nord Est è un'area particolarmente ricca di sedi universitarie: gli atenei sono 7, senza contare le numerose sedi distaccate. Nel suo rapporto 2011-2012, il Censis premia la qualità dell'istruzione accademica nordestina: tra gli atenei con oltre 40mila iscritti, Padova è seconda solo a Bologna, mentre a guidare la classifica delle università medie è Trento. Nella stessa categoria, Trieste si colloca al 5° posto, mentre Udine e Venezia le troviamo rispettivamente in 11° e 13° posizione.

Nonostante questi buoni risultati, l'opinione pubblica dell'area appare cauta. È poco più di un nordestino su due (51%) a dichiarare di provare moltissima o molta fiducia nell'Università. Sono soprattutto i giovani con meno di 24 anni e gli anziani con oltre 65 anni a mostrare un atteggiamento positivo verso gli atenei, mentre nelle altre fasce d'età non viene raggiunta la soglia critica del 50%. Dal punto di vista socio-professionale, invece, sono studenti e impiegati a guardare con maggior favore all'Università, ma anche la maggioranza di liberi professionisti e pensionati dichiarano fiducia rispetto all'Accademia. Dal punto di vista politico, invece, possiamo apprezzare una certa trasversalità: solamente tra gli elettori della Lega Nord e dell'Udc è prevalente una visione negativa.

Quali sono i problemi principali dell'Università italiana? Al primo posto troviamo al mancanza di fondi (29%), seguita dallo scarso collegamento con il mondo del lavoro (25%). A distanza, poi, ritroviamo alcune criticità legate alle figure che operano all'interno dell'Accademia: scarsa qualità dell'attività di ricerca (7%), criteri per reclutamento e promozione e scarsa qualità dei docenti (entrambi intorno al 6%). Chiudono, infine, l'arretratezza dei programmi e la scarsa attenzione per gli studenti (entrambe intorno al 4%), ma appare piuttosto ampia la quota di quanti non individuano un problema preciso (5%) o non rispondono (14%).

Vediamo ora come i diversi problemi richiamino le preoccupazioni di settori sociali differenti. La mancanza di fondi è maggiormente sentita da giovani con meno di 24 anni e studenti, a cui si affiancano impiegati e disoccupati. Politicamente, invece, sono gli elettori di Pd, Idv, Udc, Sel e Mov. 5 Stelle quelli più inquieti per la mancanza di trasferimenti verso l'Università. Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro, invece, è indicato soprattutto da coloro che hanno tra i 25 e i 44 anni. Dal punto di vista socio-professionale, appaiono maggiormente sensibili operai, imprenditori, liberi professionisti e disoccupati, mentre, guardando alla politica, sono i simpatizzanti di Lega Nord, Udc e Sel quelli più preoccupati dal collegamento tra università e mondo del lavoro.

Infine, consideriamo complessivamente le critiche rivolte al personale accademico e al loro lavoro: scarsa qualità dei docenti, della ricerca che producono e i criteri per il loro reclutamento sono indicati in misura maggiore da quanti hanno tra i 35 e i 44 anni, dagli imprenditori e dagli studenti. Dal punto di vista politico, le critiche maggiori provengono dagli elettori di Idv e Fli.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 settembre 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 2410), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Mauro Vullo ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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