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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LE BUGIE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
UNO SU DUE È BUGIARDO «SOPRATTUTTO PERCHÉ È UTILE»
[di Natascia Porcellato]

"Quando la menzogna si accorda con il nostro carattere, diciamo le bugie migliori", secondo il filosofo Friedrich Nietzsche. Ma perché si mente? L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi della percezione della popolazione dell'area rispetto alle bugie e alle motivazioni che spingono ad utilizzarle. A prevalere è l'idea che nascondere qualche verità sia soprattutto utile (45%). Le ragioni che spingono a mentire, invece, sono soprattutto legate a dei vantaggi per la propria persona. Le bugie dette per interesse (25%), disonestà e furbizia (entrambe intorno al 15%), infatti, superano sia le menzogne dettate da paura e vigliaccheria (24%), che quelle legate a sentimenti di pietà o amore (13%). Piuttosto ampia, inoltre, la quota di reticenti nei due quesiti (intorno al 7-9%).

Secondo Abramo Lincoln, "nessuno ha una memoria tanto buona da poter essere un perfetto bugiardo". Già, perché mentire richiede diverse abilità: buona memoria, appunto, per ricordare cosa si è detto e a chi; una certa fantasia, per inventare una realtà parallela con cui ridisegnare la verità; doti recitative, per essere convincenti con i destinatari della menzogna. Il tutto, per riprendere Nietzsche, rimanendo se stessi, se si ha l'ambizione di non essere scoperti e di essere creduti.

Le bugie, quindi, fanno parte del quotidiano: raccontate o ascoltate, subite o inferte, appaiono una costante con cui ci confrontiamo regolarmente. Secondo il campione intervistato da Demos, mentire è soprattutto utile (45%), e tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni questo giudizio sale al 57%. La fatica connessa alla bugia, invece, viene messa in luce dal 17% dei nordestini, ma sono in misura maggiore coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni ad indicare questo aspetto (21%).
L'occultamento della verità come stile di vita, invece, viene indicato dal 14% dei nordestini, e anche in questo caso si mettono in luce i giovani (25-34 anni) per una maggiore sensibilità verso questa concezione (17%). Il 9% degli intervistati, invece, considera mentire una vera e propria arte, e qui ritroviamo una maggiore presenza di persone adulte (55 e i 64 anni; 14%), e giovani (25-34 anni; 12%). Infine, è l'8% a considerare le bugie necessarie, e in questo caso sono soprattutto gli under-24 a mostrare una sensibilità superiore alla media (11%).

Se mentire è giudicato prima di tutto utile, non stupisce ritrovare tra le principali motivazioni quelle legate all'interesse personale. La bugia, infatti, è detta prima di tutto per interesse (25%), ma anche per disonestà e furbizia (entrambe intorno al 15%). Complessivamente, questo tipo di motivazioni raccoglie il 55% delle risposte fornite dagli intervistati. Ragioni maggiormente legate a sensazioni di preoccupazione e timore, come vigliaccheria e paura, invece, raccolgono circa il 12% ognuna. Poco indicate, invece, appaiono le motivazioni legate a sentimenti di empatia verso gli altri: amore (8%) e pietà (5%), infatti, sembrano collocarsi tra le ragioni che meno frequentemente spingono alla bugia.

Molto interessanti, poi, appaiono le motivazioni individuate dalle diverse generazioni. Se mentire per interesse, furbizia o disonestà appare maggiormente indicato da quanti si collocano nelle classi d'età centrali (35-54 anni), le ragioni legate a paura o vigliaccheria sono presenti soprattutto tra ragazzi e giovani (fino ai 34 anni). L'amore o la pietà, infine, trovano una comprensione superiore alla media tra quanti hanno più di 55 anni.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 18-22 aprile 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1044 persone (rifiuti/sostituzioni: 3024), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.03%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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