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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E I DIRITTI DEGLI IMMIGRATI: MOSCHEE E VELO.

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SÌ A MOSCHEE E LUOGHI DI CULTO MA NIENTE STUDENTESSE COL VELO
[di Natascia Porcellato

Nord Est sempre più aperto alla costruzione di luoghi per la preghiera "altra" rispetto a quella cristiano-cattolica. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi dei diritti delle minoranze religiose, in particolare legate alla presenza straniera in Italia. È il 57% dei nordestini a dirsi favorevole alla costruzione di moschee, sinagoghe o templi e il dato segna un aumento di nove punti percentuali rispetto a cinque anni fa. Di segno inverso, invece, appare l'andamento relativo alla possibilità che le studentesse musulmane possano indossare il velo a scuola: se nel 2006 era il 34% a dichiararsi d'accordo, ora la quota si ferma al 27%.

La convivenza tra diverse religioni appare un fenomeno sempre più attuale nelle società moderne. Dopo le ondate migratorie che hanno caratterizzato il Nord Est negli ultimi 15 anni, la questione della convivenza tra diverse culture e differenti religioni è divenuta sempre più incalzante. Nella popolazione dell'area, tuttavia, sembra si stia facendo strada una lenta presa di coscienza dell'importanza della riconoscimento del diritto alla preghiera "altra" rispetto a quella cristiana cattolica.

Oggi, infatti, è circa il 57% dei nordestini a considerare giusto che agli immigrati sia concesso costruire luoghi di culto per le proprie religioni. Negli ultimi cinque anni, poi, il consenso si è progressivamente ampliato: se nel 2006 era il 48% degli intervistati a sostenere questa posizione, tra il 2007 e il 2009 il dato sale al 53% fino a sfiorare, nel febbraio scorso, il 57%.

Il profilo socio-demografico che caratterizza la quota di popolazione maggiormente aperta al diritto alla preghiera "altra" mette in rilevo una maggiore presenza di persone con meno di 44 anni e in possesso di un livello di istruzione alto mentre, dal punto di vista religioso, ritroviamo una maggiore presenza di non praticanti. Politicamente, invece, sono soprattutto gli elettori di PD, IDV, FLI e SEL a mostrarsi più disponibili. Parzialmente diverso, invece, appare il discorso riguardante l'uso del velo da parte delle studentesse musulmane a scuola, simbolo visibile a volte più degli stessi luoghi di culto (precisiamo che in Italia non c'è alcuna normativa che lo proibisca). Probabilmente associato a una costrizione e non a una libera scelta, la pratica di velare il capo femminile, che era peraltro presente anche in queste terre fino a non molti anni fa, è vista con progressiva diffidenza. Nel 2006, infatti, era il 34% a dichiararsi d'accordo con l'uso del velo da parte delle studentesse musulmane a scuola, mentre tra il 2007 e il 2009 la quota si contrae fino a raggiungere l'attuale 27%.

In questo caso, sono soprattutto coloro che hanno meno di 34 anni a dichiararsi maggiormente favorevoli a questa possibilità mentre, guardando al livello di istruzione, troviamo una maggiore presenza di coloro che sono in possesso di un diploma o una laurea. Se consideriamo la pratica religiosa, invece, osserviamo come una apertura più consistente sia ravvisabile tra coloro che non sono praticanti. Dal punto di vista politico, infine, l'atteggiamento maggiormente aperto, per quanto comunque minoritario, come negli altri settori sociali, lo possiamo ritrovare tra gli elettori di SEL, del PD e di FLI.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 31 gennaio-2 febbraio 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1024 persone (rifiuti/sostituzioni: 3089), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.1%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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