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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST, LA CHIESA E LA POLITICA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
PER META' NORD EST LA CHIESA NON DEVE INFLUENZARE LA POLITICA
[di Natascia Porcellato]

E' giusto che la Chiesa esprima il suo punto di vista sulla politica? Quali sono i confini da porre al suo intervento sulla formazione delle leggi in Italia? L'Osservatorio sul Nord Est (curato da Demos per il Gazzettino) oggi si occupa del rapporto tra Chiesa e politica. La popolazione nordestina è divisa, su questo fronte: circa il 24% non ritiene giusto porre limiti all'intervento proveniente da Oltretevere, mentre per il 27% questo dovrebbe limitarsi alle questioni religiose. Quasi un nordestino su due (47%), però, ritiene che la Chiesa non dovrebbe mai cercare di influenzare le decisioni della politica.
La voce della Chiesa gode spesso di notevole forza e rilevanza mediatica, oltre che di grande ascolto e considerazione da parte dei politici. L'opinione pubblica, però, sembra essere sempre più frequentemente divisa tra coloro che considerano i suoi interventi sulle leggi (vigenti o in fase di discussione) poco opportuni e quanti, invece, ritengono legittime le parole della Chiesa. Così, nel Nord Est questa divisione appare chiara e significativa: il 47% dei cittadini si dichiara contrario agli interventi della Chiesa in politica (+3 punti percentuali rispetto al 2005), mentre il 24% considera sempre opportune le parole del Vaticano (+2 rispetto a cinque anni fa). In una posizione più intermedia, in quanto considera legittimo l'intervento cattolico solo su questioni strettamente religiose, si pone circa un nordestino su quattro (27%, sostanzialmente stabile rispetto al 2005).
Vediamo come si caratterizzano dal punto di vista socio-demografico le diverse posizioni rispetto a questo argomento. Se consideriamo il fattore età, vediamo come gli orientamenti maggiormente contrari e intransigenti rispetto agli interventi della Chiesa siano presenti soprattutto tra i giovani con meno di 25 anni e tra coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni. La massima apertura alle parole del Vaticano, invece, è presente in misura maggiore tra coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni, mentre la tolleranza limitata ai temi religiosi viene indicata più frequentemente dai giovani e da quanti hanno tra i 55 e i 64 anni.
Guardando agli orientamenti politici degli intervistati, possiamo osservare come gli elettorati maggiormente aperti rispetto agli interventi della Chiesa siano soprattutto quelli dell'opposizione, sia essa di centro (l'Udc) di centrosinistra (il Pd e l'Idv) o di centro-destra (i dissidenti interni all'attuale maggioranza che si riconoscono in Futuro e Libertà per l'Italia, la formazione guidata da Gianfranco Fini).
L'opportunità di un intervento maggiormente limitato ai temi propri della religione viene invece sentita soprattutto da coloro che si riconoscono nella Lega Nord e nei partiti della sinistra radicale. La medesima -forse curiosa- associazione di posizione degli elettorati la osserviamo anche tra quanti considerano in ogni caso inopportuno l'intervento della Chiesa, ma agli elettori leghisti e di Prc-Pdci e Sel, si affiancano quelli del Pdl.
In conclusione, però, sembra essere la frequenza alla messa il fattore che più di ogni altro influenza e definisce i diversi orientamenti. Infatti, possiamo osservare come siano soprattutto i praticanti assidui a sostenere l'opportunità degli interventi della Chiesa, siano essi "a tutto campo" o limitati alle questioni religiose. La maggioranza dei non praticanti e di coloro che frequentano saltuariamente i riti religiosi, invece, sostiene la necessità che la Chiesa non cerchi di influenzare la politica.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto nei giorni 31 agosto - 2 settembre 2010. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1024 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Andrea Suisani ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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