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OSSERVATORIO SUL NORD EST - I PROBLEMI DELLA SCUOLA ITALIANA VISTI DA NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SCUOLA, QUEL DISAGIO CHE ADESSO VIENE DAI TAGLI
[di Natascia Porcellato]

Si prefigura un "autunno caldo" per la scuola italiana. Il mese di ottobre, infatti, sarà scandito da scioperi, manifestazioni e proteste contro il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e i tagli previsti dal governo in materia di insegnamento. L'Osservatorio sul Nord Est curato da Demos punta oggi l'attenzione sul mondo della scuola attraverso l'analisi di quelli che sono considerati i suoi principali problemi. La mancanza di fondi per la didattica è la questione giudicata prioritaria da quasi un nordestino su quattro, e segna un aumento di quasi sei punti percentuali rispetto all'anno scorso.
La riforma voluta dal Ministro Gelmini e i tagli imposti dal governo alla scuola non hanno tardato a creare reazioni e proteste che si sono organizzate in un ottobre a dir poco movimentato. Sono infatti previsti - almeno per ora - 3 scioperi e 5 manifestazioni solo in questo mese, coinvolgendo molte delle categorie direttamente interessate: studenti, docenti, insegnanti precari, impiegati di segreteria. Del resto, era difficile immaginare che il taglio di oltre 57mila posti di lavoro tra docenti e personale A.T.A. (amministrativo, tecnico e ausiliario) passasse indolore e sotto silenzio. In più, in questi giorni vengono messe in luce le condizioni in cui versa la scuola italiana: tra dirigenti che non possono chiamare supplenti e si trovano a distribuire gli studenti nelle altre classi; genitori che si auto-tassano per acquistare carta e materiale didattico, gessi e toner, fino a carta igienica e sapone per le mani; docenti che si trovano a insegnare in classi con oltre trenta alunni.
Dai dati presentati oggi su Il Gazzettino viene alla luce in modo chiaro come i tagli del governo abbiano lasciato il segno anche nell'opinione pubblica: la mancanza di fondi, infatti, è la priorità per un nordestino su quattro (24%, +6 punti percentuali rispetto al 2008). La bassa qualità degli insegnanti è indicata dal 20% dei rispondenti e, nonostante le polemiche estive sugli "insegnati ignoranti", è in calo di circa 5 punti percentuali. Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro e il bullismo, invece, sono considerati critici dal 14-15% degli intervistati. La mancanza di sostegni economici per le famiglie più povere, infine, raccoglie l'11% dei rispondenti mentre l'aggiornamento dei programmi interessa solo l'8%.
Ognuna delle priorità ha un proprio profilo specifico, che riflette anche le diverse percezioni legate all'età, alla professione, all'esperienza, alla sensibilità politica. Ripercorriamo i quattro problemi maggiormente indicati (e che racchiudono la preoccupazione di oltre il 70% dei nordestini), cercando di tracciarne i profili che possiamo individuare. Così, osserviamo come la questione della mancanza di fondi venga individuato soprattutto da giovani e studenti, categorie che hanno diretta esperienza della questione. Una problematica che, dal punto di vista politico, poi, è maggiormente sentita da quanti orientano il proprio voto al Pd o all'Italia dei Valori.
La scarsa qualità degli insegnanti viene invece indicata in maggior misura da quanti sono di età centrale (45-54 anni), operai, disoccupati o svolgono una libera professione. Dal punto di vista politico, poi, sono i simpatizzanti della Lega Nord ad essere maggiormente critici nei confronti del corpo docente.
Sullo scarso collegamento con il mondo del lavoro puntano il dito soprattutto quanti hanno tra i 25 e i 34 anni mentre il tratto occupazionale che li caratterizza maggiormente è di essere impegnati in libere professioni o disoccupati.
Infine, la violenza negli istituti è percepita come prioritaria da settori sociali piuttosto lontani dalla scuola e dalla sua esperienza diretta, almeno recente: è indicata soprattutto da coloro che hanno più di 55 anni e dai pensionati. Dal punto di vista politico, invece, sono gli elettori del PdL e della Lega Nord a considerare il bullismo un fattore critico.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 1 e il 3 settembre 2009. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1026 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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