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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST SCEGLIE IL TESTAMENTO BIOLOGICO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
TESTAMENTO BIOLOGICO: OTTO SU DIECI FAVOREVOLI
[di Fabio Bordignon]

Sì al testamento biologico: dalla popolazione del Nord Est un segnale forte in favore di un documento che detti le volontà individuali nel caso di coma irreversibile, che indichi ai medici e alla famiglia come procedere in queste drammatiche situazioni. E’ una posizione trasversale, quella espressa dal campione intervistato da Demos per Il Gazzettino, sotto il profilo sociale e politico. Un dato che allinea gli orientamenti dell’opinione pubblica del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento a quelli formulati dalla popolazione nazionale.
Si tratta di questioni in cui le definizioni sono di cruciale importanza: sotto il profilo scientifico e giuridico. Definizioni e confini: fra trattamento medico e accanimento terapeutico, tra reversibilità e irreversibilità, tra sospensione delle cure ed eutanasia, tra vita e morte. E per questo i cittadini del Nord Est, intervistati qualche settimana fa dal sondaggio periodico dell’Osservatorio, sembravano chiedere innanzitutto confini più certi, definizioni più precise. Ancor prima che l’epilogo della vicenda di Eluana Englaro portasse in evidenza l’estrema complessità e indefinitezza della materia, ma anche un sostanziale vuoto legislativo. Con un punto fermo: il primato della volontà individuale. Per questo, l’ipotesi del testamento biologico, in cui l’individuo possa dare disposizioni alla famiglia e alla medicina su come agire in queste circostanze, raccoglie un consenso amplissimo.
E’ quasi l’80% degli intervistati ad esprimersi in questo senso. I contrari all’istituzionalizzazione di un documento sulla “volontà anticipata” si fermano al 15%, mentre il 7% preferisce non esprimersi in proposito. Il dato varia se scindiamo la popolazione adulta in base ai principali caratteri socio-anagrafici, oppure dal punto di vista politico. Ma in nessuno di questi sottogruppi la porzione dei favorevoli scende sotto la soglia della maggioranza assoluta. Le tre regioni nord-orientali appaiono quasi allineate nel loro approccio al tema, mentre il dato più basso è quello formulato dalla popolazione anziana. Tra chi ha superato i 65 anni d’età, è il 60% a dirsi favorevole, ma in questo segmento anagrafico una consistente frazione preferisce non formulare il proprio giudizio, oppure non è in grado di farlo: il 18% rifiuta di prendere posizione. La quota dei favorevoli sale se ci spostiamo verso le fasce giovanili: tocca il livello massimo tra i 25 e i 34 anni (89%), per poi abbassarsi leggermente tra i giovanissimi (85% fra i 15 e i 24 anni).
Coerentemente con questo dato, il fronte del “sì” al testamento biologico tende ad assottigliarsi tra le persone meno istruite (63%), mentre, dal punto di vista socio professionale, i valori si abbassano soprattutto fra i pensionati (65%) e le casalinghe (69%). Sorprendentemente, il dato è piuttosto trasversale se valutato in base al fattore religioso: praticanti assidui, saltuari e chi non partecipa ai riti religiosi mostrano valutazioni poco distanti fra loro. Anche la disaggregazione del dato per intenzione di voto delinea distanze tutto sommato contenute: gli elettorati di tutti i principali partiti sono infatti raggruppati in pochi punti. Valori appena sotto alla media si registrano nel caso della Lista Di Pietro (76%) e del PdL (77%), mentre Pd, Lega e Udc si condensano intorno all’83-84%.

NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 26 e il 28 gennaio 2009. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1021 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Giovanni Pace ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it

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