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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'ENERGIA NUCLEARE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CENTRALI NUCLEARI, CRESCE IL «SÌ» DEL NORD EST
[di Fabio Bordignon]

A ventuno anni di distanza, gli italiani rimettono in discussione il proprio "no" al nucleare, e le regioni nord-orientali si allineano all'orientamento nazionale. Secondo l'ultima rilevazione dell'Osservatorio sul Nord Est, quasi una persona su due si dice favorevole alla riapertura delle centrali in Italia e il 44% accetterebbe l'energia atomica anche a poca distanza da casa, nella provincia di residenza. Sebbene il sondaggio fotografi una società sostanzialmente spaccata a metà, con i giovani a manifestare l'opposizione più dura, l'indagine condotta da Demos per Il Gazzettino sottolinea il mutamento del clima d'opinione rispetto all'epoca del referendum.
Con tre netti "sì" (e una consistente partecipazione al voto) l'8 e 9 novembre 1987 i cittadini italiani ponevano fine alla stagione "del nucleare" nel nostro paese. Ad oltre due decadi di distanza, i dati più recenti propongono una inversione di rotta, o quantomeno l'esistenza di una forte divisione sul tema. Un sondaggio realizzato da Demos per Repubblica, uscito qualche giorno fa, segnala una netta divisione sul tema. A prevalere, seppur di poco, sono le aperture all'atomo: 44% i contrari, 47% i favorevoli, con un 9% circa di incerti. Il dato nordestino è sostanzialmente pari a quello nazionale: due punti in meno i non rispondenti, equamente distribuiti tra favorevoli e contrari. Quasi una persona su due, quindi, si schiera a favore del ritorno al nucleare in Italia: proprio nell'ultimo anno, peraltro, l'apertura si è leggermente allargata, diventando così orientamento maggioritario.
Il dato, tuttavia, si abbassa se scendiamo di livello, considerando l'ipotesi di una centrale atomica nella provincia di residenza, ma non tanto da far parlare di una vera e proprio sindrome nimby (not in my back yard: non nel mio cortile). Gli oppositori del nucleare, in questo caso, salgono fino al 50%, ma il gruppo dei possibilisti comprende comunque il 44% della popolazione nordestina.
I dati del sondaggio evidenziano, però, l'esistenza di una netta frattura generazionale. Giovani e anziani sembrano portatori di posizioni del tutto distinte sul nodo affrontato dall'indagine. Tra i più giovani e, in generale, fino ai 44 anni d'età, risulta maggioritario il fronte del "no". La classe anagrafica centrale - compresa fra i 45 e i 54 anni - vede il perfetto equilibrio tra favorevoli e contrari, mentre nelle fasce successive i rapporti si capovolgono. Una persona su due, fra i 55 e i 64 anni, si schiera a favore, mentre il dato sale al 55% una volta superati i 65 anni.
Altre indicazioni utili per comprendere il risultato generale sono fornite dalla sua scomposizione in base agli orientamenti politici individuali. Il numero dei favorevoli, infatti, è trascinato verso l'alto dall'elettorato di un solo partito: il Popolo della Libertà. Il 67%, tra chi destina il proprio voto alla neonata formazione di Berlusconi e Fini, si schiera per un ritorno all'energia nucleare. Tra i principali partiti presenti in parlamento, il dato più basso viene riscontrato tra gli elettori della Lista Di Pietro (39%), mentre il Pd (51%), ma anche l'Udc (54%) e la stessa Lega Nord (52%), si collocano appena sopra il dato medio.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 13 e il 15 ottobre 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1005 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Giovanni Pace ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.agcom.it.
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