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OSSERVATORIO SUL NORD EST - LA CARRIERA DEI GIOVANI? ALL'ESTERO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, GIOVANI IN FUGA ALL'ESTERO PER FARE CARRIERA
[di Fabio Bordignon]

Una fuga dall'Italia? Secondo quattro persone su dieci, l'unica soluzione per i giovani che aspirano ad una carriera soddisfacente. L'opinione non viene dal Mezzogiorno, o da un'area degradata, ma dal ricco Veneto, dal Friuli-Venezia Giulia, dalla provincia di Trento. E a condividerla sono soprattutto le nuove generazioni, le persone più istruite, gli studenti. Sono i risultati proposti questa settimana dall'Osservatorio sul Nord Est, rilevati da Demos per Il Gazzettino.
Da "mobilità" (sociale) a "merito", da "concorrenza" fino a "futuro": sono molti i vocaboli banditi dal dizionario dell'Italia 2008, specie se a sfogliarlo sono le nuove generazioni. I sondaggi lo registrano già da qualche anno: i giovani, nel giudizio dell'opinione pubblica, non solo devono mettere da parte l'ambizione di "superare" i propri genitori, ma sono destinati ad un livello di benessere e a condizioni di vita inferiori. E, se i dati dell'Istat o della Banca d'Italia fotografano un paese bloccato, immobile, in cui l'ascensore sociale si è bloccato (come documenta la recente inchiesta di Michele Smargiassi su Repubblica), la vera paura è quella di scivolare all'indietro. La tentazione, quindi, è di cercare fortuna altrove, specie per chi dispone di competenze tecniche e linguistiche già "pronte" per il mercato del lavoro internazionale.
Ma se l'emigrazione dei cervelli è una realtà ormai consolidata, i dati proposti in pagina fotografano un clima sociale nerissimo. L'affermazione proposta dal sondaggio è volutamente secca e, negli intenti, quasi provocatoria: "Per i giovani di oggi che vogliano fare carriera l'unica speranza è andare all'estero". Di fronte ad essa, il 30% dei rispondenti annuisce vigorosamente, un altro 10% la sposa in pieno: complessivamente, quasi quattro persone su dieci si dicono d'accordo. Un terzo del campione si dice "poco" d'accordo, mentre solo il rimanente 29% la respinge seccamente.
Pur trattandosi di un orientamento generale, di certo lontano dal misurare una propensione effettiva a lasciare l'Italia, il risultato testimonia di una "assenza di prospettive" molto diffusa. Se guardiamo, poi, alle aree sociali in cui il dato raggiunge i suoi picchi, si delinea con maggiore precisione il profilo dei settori scettici circa le opportunità offerte dall'Italia. Innanzitutto, il dato s'impenna tra i giovani, che nella metà dei casi sottoscrivono la "tesi" suggerita dalla ricerca (48%). Una quota analoga viene raggiunta, in particolare, tra chi ancora siede sui banchi di scuola, oppure frequenta l'università. Particolarmente eloquente è anche l'incrocio con il livello d'istruzione del rispondente. A pensare che l'Italia non offra uno scenario coerente con le proprie aspettative di carriera, in linea con il proprio percorso di formazione, sono proprio le persone con un curriculum più lungo. Tra chi ha raggiunto (almeno) il diploma di scuola secondaria superiore, il 48% guarda con interesse al mercato del lavoro d'oltre confine, mentre tra le persone con un livello medio oppure basso, il dato scende, rispettivamente, al 38 e al 31%.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 7 e il 9 luglio 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1041 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati delle precedenti rilevazioni fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.agcom.it.
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