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OSSERVATORIO SUL NORD EST - LA QUALITÀ DELLA VITA NEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
QUALITÀ DELLA VITA, A NORD EST PEGGIORA
[di Fabio Bordignon]

Traffico, ambiente, sicurezza: sono questi i fattori che minano la qualità della vita nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Il Nord Est continua a garantire ai propri cittadini standard elevati, superiori a quelli offerti da altre regioni. Tuttavia, su diversi aspetti, gli ultimi anni hanno segnato un netto peggioramento delle condizioni di vita, agli occhi delle persone. E' quanto emerge da un sondaggio realizzato da Demos per Il Gazzettino, che ha chiesto a un campione di mille individui di indicare le proprie percezioni sulle tendenze in atto nell'area nord-orientale.
Le rilevazioni condotte dall'Osservatorio sul Nord Est lo indicano da tempo: nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia, secondo il giudizio degli stessi residenti, "si vive bene". Meglio che altrove: è opinione condivisa dalla maggioranza dei cittadini che la qualità della vita sia superiore rispetto alla "media italiana". Questa componente, ancorché stabilmente superiore al 50%, si è assottigliata nel corso degli ultimi anni. Raggiungeva il 60% nel 2003, mentre oggi si attesta appena sopra la soglia della maggioranza assoluta. E', infatti, il 52% nel Veneto e il 54% nel Friuli-Venezia Giulia a reputare le condizioni di vita, nella propria regione, più vantaggiose rispetto a quelle che contraddistinguono le altre aree della penisola. Del resto, la classifica annuale compilata dal Sole 24 Ore conferma ampiamente questa evidenza: con la sola eccezione di Rovigo (al 65° posto), tutte le altre province del Nord Est figurano nei primi quaranta posti della graduatoria generale.
Dal sondaggio, tuttavia, affiora una evidente preoccupazione attorno a specifiche dimensioni che compongono la qualità della vita. Su tutti, il tema del traffico: più di sette persone su dieci, infatti, ritengono che le cose siano peggiorate, negli ultimi cinque anni, per quanto riguarda l'intasamento della rete viaria (73%), con i dati più negativi a caratterizzare soprattutto il Veneto. Ma anche sotto il profilo della qualità ambientale e della criminalità, il trend percepito dai cittadini, nell'ultimo lustro, disegna un andamento negativo. Il 57% degli intervistati rileva un deterioramento dell'ambiente, della qualità dell'acqua e dell'aria. Il 56% dei cittadini ritiene che le cose siano peggiorate anche per quanto attiene alla sicurezza delle persone. Peraltro, è proprio l'indicatore riferito a quest'ultimo aspetto, dal 2002 ad oggi, a proporre il declino più evidente: un dato coerente con le dinamiche svelate da altri recenti sondaggi dell'Osservatorio, che segnalano un riacutizzarsi della sindrome securitaria. Il saldo fra risposte positive e negative, nella serie storica proposta dal grafico in pagina, è sceso da -24 a -46.
Ma le note negative non provengono solamente dalle dimensioni extra-economiche della qualità della vita. Una quota consistente (e maggioritaria) delle persone intervistate pensa che negli ultimi anni la situazione sia peggiorata, nella propria regione di residenza, anche per quanto riguarda le opportunità di lavoro. La pensa in questo modo oltre la metà del campione interpellato (53%). Ed è interessante sottolineare come questo tipo di lettura sia fatta propria soprattutto dalle donne. Il saldo d'opinione, infatti, varia in misura significativa in base al genere: se tra gli uomini si ferma a -24, nel sotto-campione femminile precipita a -52.
Per le ultime due dimensioni prese in esame dal sondaggio, il numero degli insoddisfatti non raggiunge la maggioranza assoluta, ma rimane comunque su quote considerevoli. E' il caso, in particolare, delle valutazioni sui "rapporti fra le persone": è il 43% a pensare che le cose siano peggiorate, da questo punto di vista, mentre appena il 12% rileva un trend opposto. Sono invece cresciute, secondo il 36% del campione, le occasioni culturali e di svago. Si tratta dell'unico indicatore, fra quelli utilizzati da Demos, per il quale lo scarto fra opinioni positive e negative mostra il segno "+": l'indice fa segnare, infatti, valore +10, anche se va sottolineato che cinque anni prima, nel 2002, arrivava a +28.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 24 e il 27 settembre 2007. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1039 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, per area geografica, sesso e fasce d'età.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.agcom.it.
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