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OSSERVATORIO SUL NORD EST - ELEZIONI POLITICHE 2008: INTENZIONI DI VOTO NEL VENETO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL VENETO AL VOTO 2008
[di Fabio Bordignon]

Sfiora i venti punti il distacco tra i partiti che sostengono Berlusconi e la coalizione che candida Veltroni come prossimo Presidente del Consiglio. Il Veneto, regione più a destra d'Italia alle elezioni politiche di due anni fa, conferma l'ampio margine esistente tra le due parti politiche. Anche in seguito alla recente riconfigurazione dell'offerta politica. PdL e alleati arrivano a superare, nelle stime di voto curate da Demos per il Gazzettino, la soglia della maggioranza assoluta, ma è soprattutto la Lega Nord a trainare il risultato della coalizione berlusconiana. Il sondaggio dell'Osservatorio Nord Est propone le intenzioni di voto dell'elettorato veneto, a poche settimane dalle consultazioni del 13 e 14 aprile.
16.6 punti: fu questo, alle politiche del 2006, lo scarto fra la Casa delle Libertà e le forze dell'Unione, il gap più elevato, fra quelli registrati nelle venti regioni italiane, avvicinato solamente dai 15.9 punti registrati in Sicilia e i 13.9 fatti segnare in Lombardia. Lo scenario che caratterizza le imminenti consultazioni vede una profonda ridefinizione del quadro politico, che tuttavia non sembra modificare i generale equilibri esistenti nella regione del Nord Est. La riconferma dell'asse tra la Lega e Forza Italia, oggi confluita insieme ad An nel Popolo della Libertà, continua a proporsi come formula vincente. Del resto, le forze di centro-destra, nel Veneto, nella storia della Seconda Repubblica, hanno conosciuto delle difficoltà solo quando tale alleanza si è rotta (nel 1996, in seguito allo "strappo" di Umberto Bossi). Mentre, quando le due formazioni si sono presentate insieme, hanno sempre vinto con ampio margine. Lo stesso di cui sembrano poter godere in vista del 13 e 14 aprile. Come per tutti i sondaggi, valgono i consueti caveat: non si tratta di previsioni sull'esito del voto, ma di una fotografia delle intenzioni degli elettori a diversi giorni dalla consultazione, con una campagna ancora in corso, e una quota molto elevata di indecisi - fra le diverse forze in campo, fra voto e non voto.
Anche tenendo presenti queste "istruzioni per l'uso", tuttavia, il risultato del sondaggio sembra lasciare pochi dubbi, nel Veneto. Almeno per quanto riguarda le forze che si aggiudicheranno il premio di maggioranza alla Camera. Maggiore incertezza sembra invece riguardare l'esito al Senato, visto che i dati presentati in pagina - comunque riferiti alla Camera - mostrano come due fra le "terze forze" siano accreditate di una percentuale non molto distante dalla soglia di sbarramento dell'8%. L'Unione di Centro (7.9) sembra in grado di confermare il buon risultato ottenuto dall'Udc nel 2006. Più difficile appare invece la sfida della Sinistra Arcobaleno, che con il 6.1% è piuttosto lontana, oggi, dalla somma dei soggetti in essa confluiti (Prc, PdCI, Verdi, complessivamente al 7.2 nel 2006).
Tale risultato è in parte spiegato dalla crescita, parallela, del Pd, che nelle intenzioni di voto si attesta intorno al 28%: un punto e mezzo in più rispetto a quanto ottenuto, due anni fa, dalla lista Uniti nell'Ulivo. Guadagna terreno anche Di Pietro: dal 2.2 al 3.1%, portando la coalizione che sostiene l'ex-sindaco di Roma al 31.3%. L'impresa di ridurre le distanze rispetto alla coalizione di Berlusconi appare dunque piuttosto difficile per il Pd. Nonostante il partito di Veltroni stia facendo notevoli sforzi per presentarsi come forza di rinnovamento, e per ricostruire i rapporti con un'area tradizionalmente difficile come il Nord Est - ad esempio attraverso la candidatura di Massimo Calearo. Popolo delle Libertà e Lega Nord, insieme, raccolgono oltre il 50% delle preferenze espresse dagli intervistati, e possono contare su un margine che sfiora i venti punti - mentre lo scarto fra i due schieramenti, a livello nazionale, viene stimato fra i 6 e i 7 punti.
Più interessante sarà invece verificare, fra due settimane, gli equilibri interni alla coalizione nel Veneto e, più in generale, nel Nord. Il PdL, infatti, sembra raccogliere, oggi, meno di quanto ottenuto congiuntamente, nel 2006, da Forza Italia e An (sopra il 36%, assieme ad Alternativa Sociale). La nuova formazione di Berlusconi e Fini si attesta intorno al 34.5%. Dietro tale risultato si cela, probabilmente, la difficoltà di affermare un marchio nuovo, il parziale disorientamento degli elettori dei due "soci fondatori". Ma anche la parallela crescita della Lega Nord, il cui voto, dal 1994, si è evoluto in modo complementare a quello di Forza Italia, complice un bacino elettorale in parte sovrapposto a quello del partito di Berlusconi. Inoltre, come già avvenuto in passato, la nuova stagione antipolitica sembra favorire l'espansione del carroccio, che dall'11% del 2006 sembra poter salire fino ad oltre il 16.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 17 e il 19 marzo 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 933 persone, è statisticamente rappresentativo per i principali caratteri socio-demografici e la distribuzione territoriale della popolazione maggiorenne residente in Veneto. Le stime sulle intenzioni di voto sono state realizzate tenendo sotto controllo i caratteri socio-demografici e i precedenti comportamenti elettorali dei rispondenti.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it.
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