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OSSERVATORIO SUL NORD EST - GLI ATTEGGIAMENTI DEI CITTADINI VERSO LA RELIGIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORD EST E LA RELIGIONE
[di Fabio Bordignon]

Cos'è la religione, per le persone? Quale peso ha, nel guidare le scelte della vita quotidiana? L'indagine periodica dell'Osservatorio sul Nord Est ha scandagliato questa dimensione per conto del Gazzettino, intervistando un campione di oltre mille persone, tra i residente nel Veneto, nel Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento.
Una indagine dalla quale esce ampiamente confermato un approccio ormai "flessibile" alla sfera religiosa. Essa mantiene un ruolo fondamentale, agli occhi delle persone, ma al suo interno le prescrizioni formulate dalla Chiesa hanno smesso, da tempo, di assumere un carattere vincolante, e vengono invece declinate, da ciascuno, in chiave soggettiva e "relativa".
L'appartenenza alla religione cattolica, in Italia, continua a coinvolgere una componente molto estesa della popolazione. Tutti o quasi gli italiani, se interrogati sul proprio credo, fanno infatti riferimento al cattolicesimo. Tale affermazione fonde insieme motivazioni differenti: le scelte e le convinzioni personali, ma anche le tradizioni derivanti dal contesto di vita e, soprattutto, dalla famiglia, che da sempre si propongono come "luoghi" di riproduzione dell'identità e della cultura cattolica. Si tratta di un elemento che, del resto, emerge in modo chiaro dalle risposte fornite dai cittadini del Nord Est, cui è stato chiesto di definire la propria esperienza religiosa, associandola a diverse parole, diverse definizioni, suggerite nel sondaggio come opposte polarità.
Se per il 56% si tratta di una "scelta personale", ben 42% degli intervistati vede la religione innanzitutto come il cordone ombelicale che li lega alla famiglia e alla società. Si osserva, al contempo, una concezione "aperta" del rapporto con la religione. Essa fornisce, secondo la maggioranza degli intervistati "più domande" (62%) che "risposte" (28%), è fattore di "apertura verso gli altri" (75%) più che "chiusura in se stessi" (20%). Soprattutto, se circa un terzo degli intervistati vive il rapporto con la sfera religiosa come una fonte di vicoli e di prescrizioni, per sei persone su dieci la religione è innanzitutto "libertà". Ovviamente, dietro questo orientamento di fondo si celano diverse prospettive e diverse interpretazioni del concetto di libertà.
È sufficiente, per rendersene conto, andare ad analizzare l'approccio fatto proprio dagli intervistati circa le indicazioni delle gerarchie ecclesiali sulla vita e i valori personali. In relazione alle scelte in materia etica, sulla vita e sul comportamento sessuale, le persone ritengono opportuno agire innanzitutto secondo coscienza. Le indicazioni della Chiesa, a questo proposito, diventano degli utili suggerimenti, da vagliare attraverso le convinzioni personali. C'è dunque la libertà di chi sceglie di attenersi strettamente alle indicazioni della Chiesa, e non le vive quindi come una costrizione: si tratta di circa una persona su quattro. Ma anche la libertà di chi, pur identificandosi nel cattolicesimo e nei suoi principi, in diversi ambiti sceglie di muoversi in autonomia, affidandosi innanzitutto alle proprie convinzioni e alla propria coscienza.
Non a caso, la frazione sociale che giudica la religione un fattore di libertà cresce proprio in queste due categorie - che sommate assieme, peraltro, comprendono una quota di popolazione che supera le otto persone su dieci. Il rimanente 15% si dice semplicemente indifferente (6%), oppure considera improprio l'intervento della Chiesa su queste tematiche, affermando che le gerarchie vaticane dovrebbero "occuparsi d'altro, anzitutto della fede". È soprattutto in queste componenti che cresce la quota di persone che vede nella religione un elemento di chiusura e una fonte di limitazioni per gli individui.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 17 e il 21 gennaio 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1048 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati delle precedenti rilevazioni fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.agcom.it.
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