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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
I SIMPATIZZANTI DEL PD SI SENTONO VICINI AGLI ALTRI PARTITI DI SINISTRA MENTRE QUELLI DI AZIONE APPAIONO PIÙ IN SINTONIA CON ITALEXIT DI PARAGONE
[La Repubblica, 8 agosto 2022]

Le prossime elezioni si svolgeranno tra un mese e mezzo. Ma il loro esito appare largamente scritto. A favore del Centro-Destra, stimato in largo vantaggio da tutti i principali sondaggi, compreso quello condotto da Demos per Repubblica, nei giorni scorsi. La decisione di Carlo Calenda di correre da solo, con il "suo" partito, Azione, non rafforza questa pre-visione.

Al tempo stesso, riapre i giochi e rende in-attuali le stime politiche proposte dai sondaggi, anche recenti, come questo.

Tuttavia, molto può cambiare, prima del voto. Non solo per l'instabilità della situazione. Ma perché la quota degli incerti - se e per chi votare - è ancora elevata. Come abbiamo ricordato in altre occasioni, circa 1 elettore su 4 decide nell'ultima settimana. E oltre il 10% alla vigilia delle elezioni o il giorno stesso.
Per questo Enrico Letta si sta confrontando, da tempo, con i leader dei partiti "coerenti" con la sua posizione. Per costruire quel "campo largo", evocato in diverse occasioni. Certo, è difficile immaginare che possa "allargarsi" tanto da rovesciare gli equilibri emersi in questa fase. Tuttavia, potrebbe servire a contenere lo svantaggio pre-visto. Ma non ancora confermato dal voto. Tanto più dopo la defezione di Calenda. La cui formazione, insieme a +Europa, secondo il recente sondaggio di Demos, si attestava intorno al 5%, prima della rottura.

È probabile che la sua decisione rifletta la volontà di ricavarsi uno spazio specifico attraverso l'opportunità - unica - della campagna elettorale. Per imporsi come riferimento di un Centro che ancora non c'è. Sfidando il Pd, alla ricerca di un "campo largo" che si restringe sempre più. Nonostante resti il partito più forte, insieme ai FdI di Giorgia Meloni, secondo le stime elettorali. Tuttavia, per imporsi, seguendo il criterio "maggioritario", previsto dalle leggi elettorali, occorre realizzare "larghe intese". Superando distinzioni e differenze, comunque importanti, senza indebolire le specificità del partito. A Centro-Sinistra, questa opera(zione) appare più impegnativa. Soprattutto in questa fase, perché il partito maggiore, insieme al Pd, è ancora il M5S. Per auto-definizione: un "non-partito". Che riassume diverse componenti, diverse posizioni. Una prospettiva cambiata necessariamente, dopo che ha conquistato una base elettorale ampia - seppure instabile. Ed è divenuto, a sua volta, un "partito". In alcune fasi: di governo. Il rapporto con il M5S si è complicato dopo la caduta del governo guidato da Draghi, per iniziativa - e a causa - del M5S. In primo luogo, del "capo", Giuseppe Conte.

Così, in vista delle prossime elezioni, Enrico Letta deve ri-costruire un "campo largo", insieme alle forze politiche che si collocano "oltre" il Centro-Destra. Che, invece, esprime un'intesa chiara, fra i tre partiti su cui si fonda. FI, Lega e Fd'I. Mentre meno chiaro, semmai, è come si muoverà, dopo il voto. Se dovesse, davvero, vincere. Le discussioni - e divisioni - sul futuro Capo del governo e sulla composizione ministeriale sono già aperte. Ed evidenti. Ma il problema, per il Centro-Sinistra è più serio. Riguarda la costruzione del "campo". Perché se il Pd appare in grado di dialogare con tutti, a Sinistra e al Centro, le relazioni fra i partiti non sembrano altrettanto coerenti. Per questo Enrico Letta aveva proposto una soluzione diversificata: "un'intesa elettorale" con Sinistra e Verdi e "un patto di programma" con Azione e +Europa.

Un piano che genera disagio. Fra gli elettori dello stesso "campo" di Sinistra. Anche prima della frattura prodotta da Calenda. Se valutiamo gli orientamenti emersi dal sondaggio condotto da Demos per l'Atlante Politico di Repubblica, la settimana scorsa, è infatti evidente come i simpatizzanti del Pd si sentano "vicini" agli altri partiti di Sinistra. Ma non solo. Anche di Centro: Azione, +Europa e Italia Viva di Renzi. Mentre i simpatizzanti di Azione e +Europa, da parte loro, esprimono orientamenti più tiepidi. E appaiono, semmai, in sintonia con Italexit, il partito di Gianluigi Paragone. Gli elettori dei partiti di Sinistra mostrano, a loro volta, distacco nei confronti del Pd.

È, dunque, difficile trovare motivi che accomunino il "campo" di Centro-Sinistra, se si va oltre il distacco verso l'altra parte. In particolare, rispetto a Giorgia Meloni e al suo partito. Il problema, però, è che gli elettori del Pd non vedono in Giorgia Meloni una minaccia. L'immagine di un'altra frattura. Come, nel passato recente, quella anti-berlusconiana.

Per offrire una base solida e competitiva al partito, Enrico Letta deve, dunque, guardare avanti. Per de-finire un'identità che marchi i confini del "campo democratico". E offra buoni motivi agli elettori per votare. Non "contro" i nemici politici, ma "per" il Partito democratico.

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