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Le mappe di Ilvo Diamanti
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
SONDAGGI, CONTRO IL VIRUS DELL'INSICUREZZA GLI ITALIANI SI AGGRAPPANO A DRAGHI
[La Repubblica, 13 novembre 2021]

In Italia non ci sono più partiti "dominanti". Da quando (quasi) tutti sono al governo. Intorno a Mario Draghi, che, per quanto in lieve calo di consensi, mantiene un grado di fiducia decisamente elevato: 65%. Quasi 2 italiani su 3. È il primo dato che emerge dal sondaggio condotto da Demos per Repubblica.
Draghi appare, dunque, il principale riferimento per una larga maggioranza di cittadini. E contribuisce a fornire un senso a una democrazia, per molti versi, "incerta". Perché pervasa dal virus dell'insicurezza. Anche per questo il premier viene presentato come possibile (...probabile) successore di Sergio Mattarella, al Quirinale.

D'altronde, è difficile, per una democrazia rappresentativa, "funzionare", quando i rapporti fra maggioranza e opposizione non "funzionano". E fra i partiti non si osservano "soggetti dominanti". Al contrario: tre partiti - PD, Fratelli d'Italia e Lega - stazionano intorno al 20% e un altro, il M5S, poco sotto.

È interessante osservare, invece, come cambino le "gerarchie" e le misure, nelle intenzioni di voto. Il PD, in particolare, è l'unico a superare il 20% e, dopo molto tempo, torna davanti a tutti. Supera, in particolare, i Fd'I di Giorgia Meloni, che perdono un punto negli ultimi due mesi. E la Lega di Matteo Salvini, che cala ancora e si ferma al 18,4%. Oltre un punto in meno, rispetto a settembre.
Molto lontano dal risultato ottenuto alle Europee di 2 anni e mezzo fa. Anzi, quasi metà. Anche se non quanto il M5S, in confronto alle elezioni politiche del 2018. Quando aveva sfiorato il 33%. Per questo pare utile valutare quanto sia cambiato lo scenario politico, in tempi relativamente brevi. E quanto, per questo, potrebbe cambiare ancora.

Dietro ai primi quattro partiti, solo Forza Italia mantiene un peso significativo, oltre l'8%. Peraltro, in crescita. Come Azione di Carlo Calenda e +Europa. Che mantengono misure limitate. Fra il 2,5 e il 3%. Comunque, superiori rispetto a Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Ormai poco sopra il 2%. Tallonato da Europa Verde e Sinistra Italiana.Emerge, dunque, e si conferma un quadro frammentato e fluido. Che rende difficile immaginare cosa avverrà nei prossimi mesi. Salvo un dato di fatto: la prospettiva di nuove elezioni (anticipate) appare sempre più improbabile. Gli unici a trarne vantaggio potrebbero essere i Fd'I. Oggi. Ma domani? E, comunque, perché dovrebbero spingere verso il voto oggi, in una condizione che appare loro favorevole, proprio perché sono l'unica opposizione?
Questa situazione, peraltro, contribuisce a spiegare il profilo e le tendenze del gradimento verso i principali leader. Che confermano quanto già delineato dall'atteggiamento verso il governo. La centralità e la prevalenza evidente e appariscente di Mario Draghi. Sostenuto, stabilmente, da 7 italiani su 10. Mentre, per quanto in lieve calo, conferma un grado di fiducia elevato anche il suo predecessore, Giuseppe Conte. Il quale, però, non riesce a trasferire il consenso personale al partito di cui è presidente. Il M5S.

Come Roberto Speranza, ministro della Salute. Appare ampio anche il gradimento verso Paolo Gentiloni. Riflesso del suo ruolo europeo. E, in parte, delle ipotesi relative ai possibili successori di Mattarella. Un fattore che contribuisce a valorizzare l'immagine di Franceschini. E, scendendo nella graduatoria, di Silvio Berlusconi. A sua volta candidato, dal Centro-Destra. Fra gli altri leader, mantengono un livello elevato di consensi Giorgia Meloni, a capo dell'unico partito all'opposizione, ed Emma Bonino.

È, invece, significativa la crescita di fiducia verso il segretario del PD, Enrico Letta. Favorito dall'affermazione del partito nelle principali città al voto. In particolare, nelle capitali. Roma, Napoli, Milano e Torino. Mentre alle suppletive è stato eletto parlamentare nel collegio di Siena.

Appare stabile, al 37%, il gradimento per Luigi Di Maio. Superiore, di poco, al "capo" della Lega. Matteo Salvini. Peraltro, "affiancato" da Giancarlo Giorgetti. Ministro, "vice-capo" leghista. Assai meno noto di Salvini, con il quale appare, oggi, in aperto contrasto. A conferma delle divisioni che attraversano la Lega. Su questioni che riguardano la politica interna.
E, ancor più, estera. Vista la crescente attenzione manifestata da Salvini verso l'Europa di Visegrad e, anzitutto, l'Ungheria di Orbán. Mentre Giorgetti era e resta dalla parte della UE. Poco sotto ai "capi delle Leghe" troviamo Calenda. In lieve crescita, dopo il significativo risultato ottenuto alle Municipali di Roma. In fondo, Renzi e Beppe Grillo. Come avviene da tempo.

Nel complesso, si ripropone il profilo frammentato che contrassegna il sistema politico italiano. Una "democrazia "incerta", dove tutti i partiti (tranne uno) sono nella maggioranza di governo. E le divisioni si trasferiscono dentro ai partiti. Mentre su tutto e tutti incombe il Virus. Che trasferisce nella società tensioni espresse, come spiega Fabio Bordignon, da frazioni "minoritarie".

Ma "rumorose". Specchio di un Paese alla ricerca di coesione e unità. Garantite, oggi, da Mario Draghi, con crescente difficoltà. In attesa che la "democrazia rappresentativa" torni a funzionare. E il Parlamento a "rappresentare" gli orientamenti dei cittadini, che dalle ultime elezioni, nel 2018, sono cambiati profondamente.

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