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ULTIME MAPPE |
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Premierato, la destra punta a un capo senza vincoli (20 aprile 2025)
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L’Italia spaccata sui centri in Albania ma vincono i no (7 aprile 2025)
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Sanità, governo bocciato per il 51% è peggiorata Male anche sulle tasse (24 marzo 2025)
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Il rompicapo delle intese sì dagli elettori del Pd bocciate da 5S e centristi (17 marzo 2025)
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI
La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica. |
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SONDAGGI, MELONI DAVANTI A SALVINI. È LEI LA LEADER PREFERITA DA CHI VOTA CENTRODESTRA [La Repubblica, 14 giugno 2021]
Nel Centrodestra si osservano movimenti significativi, intorno a una prospettiva apertamente delineata da Matteo Salvini. La costruzione di una federazione "parlamentare" che associ le forze politiche di Centrodestra attualmente al governo. Quindi, anzitutto, Forza Italia, insieme alla Lega. Ma guardi oltre. In particolare, ai FdI di Giorgia Meloni. Oggi: l'unico partito all'opposizione. Salvini, in questo modo, intende avviare un progetto condiviso, per trasferire sul piano elettorale il peso "maggioritario" assunto dal Centrodestra, secondo i principali sondaggi. In vista delle prossime elezioni amministrative. E di quelle "politiche"...
Le prime reazioni, tuttavia, mostrano atteggiamenti distinti e distanti. Giorgia Meloni, in particolare, non pare intenzionata a rinunciare alla "rendita di op-posizione", che ha permesso ai FdI di superare (almeno: affiancare) la Lega. E a Meloni stessa di scavalcare Salvini, negli indici di popolarità personale. Mentre Silvio Berlusconi ha aderito apertamente alla proposta, ma deve far fronte ai dissensi, generati, nel partito, dal timore di finire isolati. Nel governo e nel Centrodestra. Tuttavia, per costruire un progetto condiviso occorrono un soggetto politico "di riferimento" e (o) un leader riconosciuto. Condizioni ancora "in-compiute" fra gli elettori e i simpatizzanti del Centrodestra. Ma "possibili", se consideriamo i dati di un recente sondaggio di Demos.
Il primo aspetto che emerge, a questo proposito, è, infatti, la capacità di "coalizione" della Lega, alla quale si dicono e si sentono vicini gli elettori dell'area. In larga maggioranza. Anche i FdI, peraltro, attraggono settori significativi della base leghista e di FI. Tuttavia, l'atteggiamento degli elettori dei FdI verso FI appare più distaccato. Così, per immaginare un'intesa solida nel Centrodestra non bisogna sottovalutare la diffidenza che pervade una parte significativa degli elettori verso gli altri partiti dell'area.
Questa "distanza" appare più evidente quando si affronta la questione della leadership. Decisiva, come si è detto, per una possibile coalizione. Perché viviamo in tempi di personalizzazione politica. Una tendenza che riguarda, anzitutto, lo Stato e il Governo, visto il rapporto, solido e diretto, fra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha scelto e "incaricato" il premier. Ma la personalizzazione coinvolge anche - e ancor prima - i partiti. Che da tempo sono divenuti "partiti del Capo" (per citare una definizione di Fabio Bordignon). Un orientamento che si proietta sulle alleanze. Per questa ragione è interessante verificare se, fra gli elettori di una "possibile" coalizione, vi sia coerenza di vedute sul Capo che dovrebbe guidarla.
A questo proposito, però, emergono opinioni piuttosto frammentate. Condizionate da valutazioni "partigiane". Nel complesso, la leader di coalizione preferita appare Giorgia Meloni. Indicata da quasi un terzo della base di Centrodestra. Seguita da Matteo Salvini, con circa un quarto di sostenitori. Mentre a favore di Berlusconi si esprime una quota molto più residua: 6%. Si tratta, ovviamente, di misure coerenti con il peso elettorale dei partiti. Come emerge, in modo più accentuato, quando si considerano le specifiche scelte di voto. In questo caso, infatti, ciascuno esprime una preferenza esplicita e prioritaria verso il capo del "proprio" partito. A conferma che oggi non c'è "un" Capo riconosciuto e condiviso, nel Centrodestra. Né, a maggior ragione, nell'area (attualmente) di governo. Che associa soggetti molto diversi e distinti. In qualche misura, distanti. E in forte evoluzione. In particolare, il PD e, a maggior ragione, il M5S.
Così, non sorprende che oltre metà degli elettori italiani e il 30% della base di Centrodestra non abbiano idee precise al proposito. Non vedano e non sappiano individuare "un" capo in grado di rappresentare la coalizione. D'altra parte, in questa fase, le preoccupazioni del Paese sono rivolte altrove. Si concentrano su un solo problema. Il Virus. E tutti i partiti - meno uno: i FdI - sono al governo. Impegnati ad affrontare insieme la comune emergenza. D'altronde, i partiti, ormai, non si vedono più, nella società e sul territorio. Solo sui media. Interpretati dai "capi". Mentre i cittadini si ri-trovano sparsi e dispersi, a in-seguire leader, che si affermano e declinano insieme ai partiti. Come di-mostra l'evoluzione del grado di fiducia "personale" nei loro riguardi, che, nell'ultimo decennio, ha subìto grandi variazioni. Favorendo, di recente, la figura di Giorgia Meloni. Oggi, da sola all'opposizione. Domani, non si sa.
Per questo il dibattito sulla leadership nel Centrodestra, attualmente maggioranza in Italia, ripropone l'immagine di un "Paese spaesato". Alla ricerca di riferimenti con-divisi o, perlomeno, "divisi", fra alternative politiche precise. "Rappresentate" da partiti e leader che "rappresentino" davvero i cittadini.
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