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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
COLLE, DRAGHI IN TESTA ANCHE TRA GLI ELETTORI FDI PIACE IL BIS DI MATTARELLA
[La Repubblica, 25 maggio 2021]

L'elezione del prossimo Presidente della Repubblica avverrà nel febbraio 2022. Tuttavia, il dibattito si è acceso "fra i leader" dei partiti. Ma non "fra i cittadini", che percepiscono questa scadenza con un certo distacco. È un'impressione confermata dal sondaggio condotto, di recente, da Demos.

Alla questione su: «Chi vorrebbe come nuovo Presidente della Repubblica l'anno prossimo, quando scadrà il mandato di Mattarella? », quasi metà degli italiani intervistati, per la precisione: il 47%, non risponde, oppure non sa che dire. Altri (il 3%) si sottraggono (non) rispondendo: «Nessuno ». Più che di "reticenza", però, si tratta di effettiva "distanza" dalla questione. Dettata da scarsa conoscenza e scarso coinvolgimento.

D'altra parte, l'Italia è una democrazia rappresentativa. Il Presidente non è votato dai cittadini ma dai parlamentari.

Inoltre, Sergio Mattarella si è (im)posto al centro dell'opinione pubblica solo negli ultimi anni. Fino al 2017, infatti, riscuoteva fiducia presso circa metà dei cittadini, secondo i sondaggi condotti da Demos. Un "sentimento" maggiormente "con-diviso" dopo le elezioni legislative del 2018, che hanno riprodotto un Paese "diviso", attraversato da fratture politiche e anti-politiche. Da allora, il Presidente della Repubblica è divenuto un riferimento unitario, mentre si succedevano 3 governi e 3 maggioranze diverse. Il Conte 1, sostenuto da una maggioranza giallo-verde. Quindi, nel settembre 2019 il Conte 2, espresso da una maggioranza giallo-rossa. Fino al gennaio 2021, quando è caduto, in seguito alle tensioni generate da Matteo Renzi e Italia Viva.

La figura di Sergio Mattarella, quindi, ha garantito continuità a un sistema politico instabile. Offrendo rassicurazione in tempi resi insicuri dalla pandemia.
Infine, in occasione dell'incarico affidato direttamente da Mattarella a Mario Draghi, ha delineato una sorta di governo bi-presidenziale, sostenuto da una maggioranza pressoché unanime. Composta da tutti (i partiti) meno uno. I Fd'I di Giorgia Meloni. Così è comprensibile che le opinioni dei cittadini sul futuro Presidente appaiano piuttosto confuse e frammentate. Non solo perché, come si è detto, si tratta di una questione lontana dalle competenze degli italiani. Ma perché, comunque, il quadro della rappresentanza e delle alleanze in Parlamento appare piuttosto incerto.

Davanti a tutti, nelle preferenze degli italiani "sul Presidente che verrà", si pone, comunque, Mario Draghi. Indicato dal 13% (del campione) quale futuro Presidente della Repubblica. Poco più sotto, con l'11%, c'è l'attuale Presidente, Sergio Mattarella. Più in basso, si collocano Giuseppe Conte (6%) e Silvio Berlusconi (5%). Infine, Emma Bonino. Unica donna della lista proposta dagli italiani. Con la stessa percentuale (residua) di chi evoca l'importanza di una Presidente(ssa) donna: 2 per cento.

Se si osservano le preferenze in base all'orientamento di voto, si delineano orientamenti molto diversi. Unica costante: Mario Draghi. Fra i primi tre nella graduatoria definita dagli elettori di tutti i partiti. App are, però, al "primo" posto solamente presso la base dei Fd'I. In dissonanza con la posizione del partito.
Tuttavia, questa tendenza potrebbe sottolineare una differenza tra valutazione "politica" verso il governo, e "personale" verso Draghi. Mattarella verrebbe, invece, ri-candidato dagli elettori del Pd e della Lega.

Nel caso della Lega l'indicazione appare in contrasto con le affermazioni di Salvini, che ha, invece, proposto Mario Draghi. Per confermare la posizione della Lega nel governo. E, forse, con il retro- pensiero di favorire nuove elezioni anticipate, se il Presidente del Consiglio divenisse Presidente della Repubblica. Nel Pd, invece, Mattarella è preferito a Draghi. A conferma dell'identità incerta del partito, in questa fase. E non solo... Più chiaro appare, invece, l'orientamento della base di FI verso Silvio Berlusconi, "padre-padrone". Apprezzato anche dagli elettori dei Fd'I e della Lega. Quasi un'investitura alla leadership del Centro-Destra. Di cui appare il punto di riferimento e di mediazione obbligato. Perché (e purché) non scivoli definitivamente "a Destra".

Infine, risulta ampia la convergenza della base del M5S sul nome di Giuseppe Conte. Tanto più oggi, che appare vicino a divenirne leader. Non solo "di fatto". Anche "formalmente". Una soluzione necessaria e urgente, per frenare e drenare lo smottamento prodotto dalle tensioni interne. E, in particolare, dai contrasti con Davide Casaleggio e l'Associazione (Piattaforma...) Rousseau.

In definitiva, la strada che conduce alla Presidenza, dopo Mattarella, appare lunga, accidentata. E nebbiosa.

Perché, in questa stagione politica, caratterizzata dal governo di (quasi) tutti, (quasi) nessuno si sente vincolato da strategie comuni. Con-divise. E, dunque, si procede uniti. Ma, potenzialmente, divisi. Molto dipende da cosa avverrà quando gli italiani prenderanno coscienza che l'anno prossimo avremo un nuovo Capo dello Stato. In questa società e in questa Democrazia, sempre più alla ricerca di un Capo, la stessa legittimazione della Repubblica dipende dal Presidente.

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